I segnali che la crisi sta finendo "ci sono. Di certo abbiamo toccato il pavimento e dunque dovremmo risalire. Mi manterrei prudente ma sembra che ci siano le condizioni per ripartire. In ogni caso la strada è ancora tosta". Lo afferma il sottosegretario allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti in una intervista a Repubblica nella quale annuncia inoltre che lo scorso anno sono stati salvati "più di 11 posti di lavoro" e sottolinea che "abbiamo appena firmato l’accordo per l’Indesit. Un’intesa molto significativa, approvata da oltre il 79% dei lavoratori". E aggiunge: "Per ottenere determinati risultati è importante la spinta dei lavoratori che non vogliono la chiusura delle proprie imprese. Il nostro diventa cosi un work in progress, nel quale agli ammortizzatori sociali, gestiti insieme al ministero del Lavoro, si associano altri strumenti: penso al Fondo per favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese; penso alla nuova versione degli incentivi per investimenti in ricerca e sviluppo".
Per il futuro industriale italiano sostiene poi che "un punto di forza continuerà di certo ad essere il made in Italy tradizionale: macchine utensili, moda, agro-alimentare. Ma non solo: sta emergendo una nuova Italia industriale in produzioni tecnologicamente avanzate, come limitandomi a due esempi l’efficienza energetica, le biotecnologie, e poi, ma non è una vera novità, la farmaceutica". E alla domanda se il sindacato sia un ostacolo agli investimenti stranieri risponde: "No. Il sindacato sta evolvendo. Sa cos’è, invece, che scoraggia l’arrivo dei capitali stranieri? L’incertezza delle norme. Questo è il vero problema per chi vorrebbe scommettere sull’Italia".
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