La crisi siriana, ‘priorita’ altissima e quasi assoluta’, ha bisogno di una ‘gestione piu’ coesa possibile’ da parte della comunita’ internazionale sotto il profilo politico, e un intervento armato non e’ un’ipotesi realistica. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi, facendo il punto sulla situazione in Siria – anche alla luce del massacro di Hula – in un’audizione al Senato, ha riassunto cosi’ i temi che saranno al centro della riunione del Gruppo Amici della Siria che sara’ anticipato ai prossimi giorni e si terra’ ‘probabilmente a Istanbul’.
Terzi, che ha detto di ‘continuare a credere’ nel piano dell’ex segretario generale dell’Onu Kofi Annan, ha comunque avanzato l’idea che ‘se ci dovesse essere una nuova pagina’ nell’azione internazionale, questa dovrebbe consistere in ‘un’azione dell’Onu in base al capitolo 7′ dello Statuto dell’Onu, che prevede che il Consiglio di Sicurezza puo’ decidere azioni necessarie per ristabilire la pace e la sicurezza internazionale con forze aeree, navali o terrestri.
Un’opzione esclusa anche dal ministro della Difesa, Giampaolo di Paola che – nel corso della stessa audizione – ha chiarito come non ci sia ‘assolutamente nessuna pianificazione di intervento militare’ e ‘nessun piano nel cassetto’.
Un’ipotesi che comunque – ha ricordato Terzi – al momento non e’ ‘realistica’ a causa delle posizioni di Russia e Cina che pero’, negli ultimi giorni, hanno mostrato un maggiore pragmatismo. Il riferimento, evidentemente, e’ alla risoluzione di condanna per il massacro di Hula, approvata due giorni fa dal Consiglio di sicurezza che, sia pure frutto di un compromesso, ha evitato il minacciato veto russo. Mosca e Pechino, ha spiegato il titolare della Farnesina, si devono rendere conto che la sensibilità internazionale ‘non puó essere trascurata nè lasciata in ombra’.
Un percorso che, evidentemente, Terzi ritiene essenziale, anche per arrivare a un rafforzamento, per esempio, dell”impianto sanzionatorio’ nei confronti del regime di Assad. Il capo della diplomazia italiana pensa anche a un’azione condivisa per deferire alla Corte penale internazionale i personaggi piu’ coinvolti nei massacri, come avvenuto per Milosevic e Mladic. Ma, anche su questo, ‘non c’e’ ancora una visione comune’. E dunque la palla, per ora, resta nelle mani dell’Onu.Un ‘primo passo’ per tentare di gestire la crisi, puo’ essere ‘un rafforzamento della missione di monitoraggio Unsmis’ alla quale l’Italia ha gia’ offerto 15 unita’. ‘La nostra aspettativa – e’ il messaggio di Terzi- e’ che il massimo organo delle Nazioni Unite sappia far fronte alle sue responsabilità’.
Discussione su questo articolo