Un documentario sul tema della violenza sulle donne e un finanziamento con una campagna di crouwdfunding perche’ ciascuno possa partecipare con una donazione anche solo di un dollaro o un euro. Il progetto si intitola Besame Mucho, e’ stato messo dagli autori su kickstarter e li’ restera’ aperto fino al 16 maggio. Marina Catucci, Roberto Vincitore con Elena Codeluppi l’hanno pensato incentrandolo sulla figura dell’abuser, dell’uomo che per trovare e mantenere un proprio equilibrio ha bisogno di andare a scapito della propria compagna, abbassandone l’autostima, limitandone la liberta’, facendole del male fisico, umiliandola.
‘Partendo dall’idea che nessun bambino nasce abuser ma lo diventa per via di storie familiari disfunzionali e di pressioni sociali alle quali non riesce a fare fronte. Un abuser solitamente e’ una persona insicura, con un livello di autostima molto basso, che non raggiunge l’immagine che pensa di dover sostenere. Solitamente – dicono gli autori – si presenta come un principe azzurro, la violenza nasce lentamente, con piccole manovre manipolatorie, con richieste di piccole rinunce’. Nel progetto sono previste tra l’altro interviste ad una terapeuta che si occupa di violenza domestica, un rappresentante del dipartimento domestic violence della NYPD. ‘Intervisteremo Noam Chomsky chiedendo di decostruire il concetto di abuso verbale e di spiegare come la parola possa divenire un arma contundente’, dicono ancora gli autori, ‘parleremo con il ministro del Judson Memorial di New York, impegnato nel sociale, nel politico e nella difesa dei diritti umani e un rappresentante di UN Woman, il dipartimento delle Nazioni Unite che si occupa dei diritti e dei problemi delle donne nel mondo. Faremo delle interviste al dipartimento di studi di genere dell’Universita’ di Berkeley in California che affronta il soggetto in termini di internazionalismo. Altre interviste verranno fatte al Women’s Building di San Francisco che riunisce diverse anime sotto uno stesso tetto per occuparsi della salute sociale delle donne. E’ nelle nostre intenzioni intervistare lo staff di Joe Biden, che si e’ occupato della legislazione in tema di violenza domestica dai primi anni ’90 scrivendo il Violence Against Woman Act. Ma piu’ di tutti intervisteremo degli uomini, ex abuser, che hanno intrapreso un percorso terapeutico e questa – concludono – e’ la parte piu’ importante del nostro documentario perche’ quello dell’abusing non e’ un meccanismo irreversibile, ma un disordine mentale che puo’ essere riordinato’.
Il progetto e’ nato da uno scambio di idee via twitter, il contatto con i produttori tradizionali non e’ andato bene: richiedevano donne livide e lacrime, cosi’ il gruppo ha deciso di chiedere alle piattaforme dei social network: piu’ liberta’, piu’ indipendenza e un budget trasparente.
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