"Il governo ha colto la palla al balzo per liberarsi di un testo che era diventato altro rispetto a quello che doveva essere", si tratta della "riprova che il nostro sistema istituzionale, il rapporto tra governo e Parlamento, non funziona più". Così, in una intervista all’Unità, il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello commenta il ritiro del dl salva-Roma: "La vicenda di questo decreto dimostra l’urgenza della riforma di questi meccanismi. Servono regole diverse. Un tale snaturamento dei contenuti di un testo di legge non sarebbe mai potuto succedere in nessuna altra democrazia europea dove esistono strumenti per evitare che la spesa finisca fuori controllo", "i meccanismi istituzionali hanno permesso la sommatoria di interessi particolari. Alcuni dei quali, fra l’altro, sono anche legittimi ma fuori da un organico quadro d’insieme provocano risultano indecenti".
Secondo il ministro "il compito del governo oggi è quello del setaccio, far passare solo ciò che ha congruenza dal punto di vista della sostenibilità di cassa. E, soprattutto, carattere di necessità e urgenza. Quindi sicuramente i comuni, come Roma, con grave disavanzo nel bilancio. E le amministrazioni che hanno dovuto fronteggiare calamità naturati. Solo per questo a fine ottobre il governo fece quel decreto". Sottolinea inoltre che "come dimostra il salva-Roma, serve una norma che eviti emendamenti che fanno lievitare la spesa. Questo non per limitare il potere del Parlamento ma per tenere conto dei vincoli di bilancio imposti oggi anche dalla Costituzione".
Secondo il ministro sarebbe meglio una modifica costituzionale "ma si potrebbe anche intervenire sui regolamenti parlamentari. Detto questo, verifichiamo ogni giorno la inattualità del bicameralismo perfetto in una situazione in cui i partiti hanno minor potere di obbligazione. Serve diversificare i compiti delle camere e che solo una dia la fiducia. È questo è un passaggio decisivo anche per la legge elettorale".
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