"Qual è il mondo di cui i forconi sono stati l’escrescenza rumorosa e furente? Quelle che sono scese in piazza non sono state le avanguardie di gente assai più numerosa". Così Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un editoriale su "Il Giornale". "Ne sono state le espressioni più disperate, ma senza che la massa da cui provengono riconoscesse in loro e nei loro capi una leadership. Questa massa è fatta da persone che conosco bene. Perché ne fanno, ne facciamo parte. Sono nostri, e noi apparteniamo a loro. Li conosciamo bene. Sono i negozianti di vicinato, quelli che hanno osato mettersi in proprio, sono gli artigiani e i piccoli imprenditori del tessile, della meccanica, quelli del comparto edile".
"Sono stati rapidamente e senza potersi difendere messi ai margini della vita economica. Ai margini del processo produttivo e della considerazione sociale, dopo essere stati a lungo identificati come i migliori interpreti del modello italiano. Berlusconi ha avuto il coraggio di chiamarli con un nome politicamente poco corretto: borghesia, pensata dalla sinistra come osso da spolpare. Il ceto medio, la classe medio e piccolo borghese, che non sono categorie economiche, ma esistenziali".
"E’ il ceto medio colpito quattro volte: 1) dal vertiginoso calo del reddito disponibile, iniziato con l’adozione dell’euro e proseguito con la politica economica restrittiva e l’inasprimento fiscale dei governi Monti e Letta; 2) dalla perdita di valore del patrimonio, specie quello immobiliare. Per le imprese, dalla perdita di valore degli ‘avviamenti’, vale a dire l’insieme dei beni dell’azienda e la clientela, ridotta a causa del grave calo dei consumi; 3) dal credit crunch e dalle banche che hanno chiuso i rubinetti del credito; 4) dal fatto che i lavoratori autonomi, i piccoli imprenditori, gli artigiani e i commercianti non ricevono sussidi e sono costretti a vendere i ‘gioielli di famiglia’", conclude Brunetta.
"Chi sa leggere questa crisi e ne conosce le vittime (il ceto medio) ha in mano la responsabilità di dare un futuro all’Italia". "Tocca alla nuova politica, cioè a noi, e a chi si voglia alleare con noi, difendere questo ceto medio in crisi. In concreto la politica deve elaborare proposte e soluzioni a misura di quel disagio e del patrimonio ideale ancora intatto di questa gente nostra. Sono i valori del lavoro e del rischio, del coraggio di intraprendere e della soddisfazione di dare lavoro e di procurare benessere alla propria famiglia, ma anche ai propri collaboratori. Basta con questa Europa a trazione tedesca, del rigore sordo e cieco, sì alle 4 unioni, bancaria, economica, politica e di bilancio, sì agli eurobond. E per l’Italia meno Stato, meno spesa pubblica, meno tasse, meno burocrazia, meno regole", conclude Brunetta.
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