Gauche in vantaggio, ma non troppo. Iil primo sondaggio sulle legislative dice a Francois Hollande che potra’ contare sulla maggioranza di sinistra in parlamento ma che non potra’ cullarsi sugli allori perche’ il vantaggio e’ risicato. Nella destra Ump fresca di sconfitta, l’interrogativo in attesa di risposta e’: dimenticare Sarkozy o proseguire nel solco dell’ex presidente?
E’ difficile costruire sondaggi in base alle intenzioni di voto per le legislative a due turni, perche’ bisognerebbe capire in anticipo cosa succedera’ nella cruciale settimana fra i due turni, quando nelle circoscrizioni in cui il ballottaggio sara’ a tre cominceranno le trattative. Con la logica semplificatrice del ‘blocco contro blocco’, la Ipsos sostiene oggi che la sinistra nel suo complesso totalizzerebbe il 50%, contro il 46,5% della destra. Ma e’ un calcolo soltanto teorico, che prescinde da eventuali desistenze o alleanze. Dice soltanto che, in base al modello preso in considerazione, la sinistra vincera’ ma senza la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale. Piu’ indicativi i sondaggi sull’auspicio di vittoria: il 55% vorrebbe la sinistra vincente, il 44% la destra. A queste cifre concorre la non indifferente quota di coloro che sono in ogni caso contrari alle situazioni di coabitazione (presidente di un colore, premier di un altro). Se il governo di Jean-Marc Ayrault, con il suo iperattivismo di inizio legislatura, e’ la migliore indicazione della direzione che la gauche vuole imprimere al paese, sulla destra mancano segnali certi. Al di la’ dello scontro al vertice fra i due pretendenti allo scettro dell’Ump nel dopo-Sarkozy – l’ex premier Francois Fillon sfida apertamente il rivale e attuale leader Jean-Francois Cope’ – il partito non ha ancora deciso se e come prendere posizione in campagna elettorale. Nei quattro mesi di corsa alle presidenziali, tutti i ‘tenori’ del partito sfilavano disciplinati in apertura dei comizi del ‘patron’, a difenderne a spada tratta l’operato di cinque anni. Ma adesso nei corridoi del partito che ha governato la Francia fino al 6 maggio, si disegna questo labirinto logico: la vittoria e’ difficile, un’onorevole sconfitta rafforzerebbe la leadership di Cope’ ma condannerebbe il partito a rimanere ancorato al sarkozysmo e quindi a un sostanziale rigetto degli elettori.
Forti della tradizione che mostra sempre una flessione nelle legislative di chi ha vinto un mese prima le presidenziali (complice lo scivolone di un ministro appena arrivato o il disimpegno dopo la vittoria) gli uomini della destra continuano a ripetere di credere nella rivincita. La ‘guerre des chefs’, lo scontro fra i due aspiranti capi, e’ soltanto rinviato.
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