L’indagine sulla fuga dei documenti riservati ha avuto, con l’arresto del cameriere del Papa, un ‘esito positivo’, anche se si tratta di un esito amaro: e nell’andamento dell’inchiesta vi e’ stato ‘un rispetto rigoroso delle persone e delle procedure’. In una lunga, densa e inusuale intervista all’Osservatore Romano, il sostituto della Segreteria di Stato, mons. Giovanni Angelo Becciu, esprime tutta l’amarezza, lo ‘sconcerto’, la ‘preoccupazione’ per gli eventi degli ultimi giorni in Vaticano, con l’arresto di Paolo Gabriele trovato in possesso di un gran numero di documenti riservati del Papa, ma anche la determinazione nell’affrontare questa bufera – praticamente sotto gli occhi del mondo – e la ‘decisione’ che a suo dire si respira Oltretevere ‘nel continuare il servizio silenzioso e fedele verso il Papa’.
‘Vi e’ stato, vi e’ e vi sara’ un rispetto rigoroso delle persone e delle procedure previste dalle leggi vaticane’, dice mons. Becciu in relazione all’inchiesta nel colloquio col direttore del giornale vaticano, Giovanni Maria Vian. ‘Non appena accertato il fatto, il 25 maggio la sala stampa della Santa sede ha diffuso la notizie, anche se e’ stato uno choc per tutti e questo ha creato un po’ di smarrimento. del resto – aggiunge – l’indagine e’ ancora in corso’.
Il numero due della Segreteria di Stato descrive un Benedetto XVI ‘addolorato’, perche’ ‘qualcuno a lui vicino sembra responsabile di comportamenti ingiustificabili sotto ogni profilo’. Nel Papa ‘prevale la pieta’ per la persona coinvolta’, ma ‘resta il fatto che l’atto da lui subito e’ brutale’. Il Pontefice, rimarca Becciu, ‘ha visto pubblicare carte rubate dalla sua casa, carte che non sono semplice corrispondenza privata, bensi’ informazioni, riflessioni, manifestazioni di coscienza, anche sfoghi che ha ricevuto unicamente in ragione del proprio ministero’. C’e’ quindi una ‘violenza’ che subiscono anche ‘gli autori delle lettere o degli scritti a lui indirizzati’.
Il ‘ministro degli Interni’ vaticano considera la pubblicazione delle lettere trafugate ‘un atto immorale di inaudita gravita”, in cui c’e’ ‘un vile oltraggio al rapporto di fiducia tra Benedetto XVI e chi si rivolge a lui, fosse anche per esprimere in coscienza delle proteste’. ‘Non sono state rubate delle carte al Papa – ribadisce -, si e’ violentata la coscienza di chi a lui si rivolge come al vicario di Cristo, e si e’ attentato al ministero del successore dell’apostolo Pietro’. D’altronde, ‘in parecchi documenti pubblicati, ci si trova in un contesto che si presume di totale fiducia’. E poi ‘quando un cattolico parla al Romano Pontefice, e’ in dovere di aprirsi come se fosse davanti a Dio, anche perche’ – aggiunge – si sente garantito dalla assoluta riservatezza’.
L’arcivescovo Becciu richiama anche il mondo dell’informazione, condanna senza mezze misure la pubblicazione delle carte trafugate. Da parte dei giornalisti ‘ci dovrebbe essere anche un sussulto etico, cioe’ il coraggio di una presa di distanza metta dall’iniziativa di un loro collega che non esito a definire criminosa’, osserva in relazione al libro di Gianluigi Nuzzi ‘Sua Santità’, con le carte segrete del Papa.
E anche da come vengono descritti la situazione in Vaticano, i torbidi scontri scontri di potere, le fazioni contrapposte, emerge ‘un’ipocrisia di fondo’: ‘da una parte si accusa il carattere assolutista e monarchico del governo centrale della Chiesa, dall’altra ci si scandalizza perche’ alcuni scrivendo al Papa esprimono idee o anche lamentele sull’organizzazione del governo stesso’. Molti documenti pubblicati ‘non rivelano lotte o vendette, ma quella liberta’ di pensiero che invece si rimprovera alla Chiesa di non permettere’. Insomma, dice Becciu, ‘non siamo mummie, e i diversi punti di vista, persino le valutazioni contrastanti sono piuttosto normali’. e ‘se qualcuno si sente incompreso ha tutto il diritto di rivolgersi al Pontefice. Dov’e’ lo scandalo?’.
Il sostituto per gli Affari generali lamenta quindi ‘un’immagine tanto deformata’ del Vaticano. In ogni caso, pur nel ‘dolore’ per gli ultimi eventi, ‘nel Papa non viene meno la serenita’ che lo porta a governare la Chiesa con determinazione e chiaroveggenza’.
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