In America Latina è allarme Zika, in virus simile al dengue: si viene infettati da una zanzara ed esiste il rischio di morire. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme: il virus starebbe flagellando il Sud America ma sarebbe arrivato con alcuni casi anche in Messico, Usa ed Europa.
L’agenzia Velino ha intervistato Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas e virologo presso il Dipartimento Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano.
Partiamo dal principio, cos’è Zika?
“E’ una vecchia conoscenza. I primi casi si ebbero nel 1947 in una delle foreste dell’Uganda. Ecco da dove viene il nome. Si possono poi raccontare focolai che sono avvenuti nella storia in per lo piu’ in Africa, nel Sud est asiatico e in Sud America”.
E’ un virus?
“Sì, correlato alla dengue, alla febbre del Nilo occidentale. E come tutte le febbri malariche si trasmette con la puntura delle zanzare Aedes Aegypti”.
Oggi pero’ c’è in atto un allarme, come mai?
“Perche’ contrariamente ai casi precedenti questa volta c’e’ una stima malcontata tra i 200mila e il milione di casi. Numero che rende l’idea della dimensione del fenomeno. Si diffonde ad una velocita’ altissima”.
Quanto e’ rischiosa la malattia?
“Nel 25% dei casi e’ addirittura asintomatica. Nella maggioranza dei casi da’ problemi banali come febbre, eruzioni cutanee, mal di ossa, congiuntivite o arrossamento degli occhi. Non e’ insomma cosi’ pericoloso e molto simile ad una normale influenza. Il caso piu’ delicato e’ se ad ammalarsi e’ una donna incinta. In queste situazioni potrebbe provocare la microcefalia del feto”. Proprio per questo alcuni Paesi latinoamericani stanno pensando di regolamentare in qualche modo l’aborto. In Repubblica Dominicana, per esempio, è assolutamente vietato.
Come si puo’ affrontare l’emergenza Zika?
“Serve, soprattutto nelle zone più colpite, un intervento ingente di sanità pubblica in modo che si argini il fenomeno. Il modo principale per farlo e’ eliminare le zanzare che sono il vettore. Anche perche’ non c’e’ un antivirale specifico e quindi la cura e’ il semplice accompagnamento del paziente”.
E quali sono i rischi in Italia?
“Sono bassi. Quasi nulli visto che siamo nel periodo invernale e non ci sono zanzare. Se ci saranno dei casi si farà un’operazione per tamponare la situazione. E’ bene sottolineare che non ci sono ad oggi casi di decesso”.
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