Lo scorso 2 giugno durante la sfilata delle Forze Armate ai Fori Imperiali uno scroscio di applausi si è levato al passaggio del reparto "San Marco", per sottolineare quanto sia sentita dai più la vicenda dei due Marò Latorre e Girone, i quali all’applauso sicuramente hanno avvertito un brivido di emozione lungo la schiena.
Sarebbe curioso sapere se coloro che ebbero parte spudoratamente passiva nella vicenda, che risale al febbraio 2012, e tutti gli altri succeduti al primo sciagurato governo "del presidente" hanno avvertito tale brivido oppure, cosa più probabile, non hanno avvertito alcuna sensazione e, se presenti in tribuna d’onore, hanno mostrato la solita faccia di bronzo.
Sono anni che la scabrosa ed avvilente vicenda è passivamente tollerata da un paese che pomposamente si vanta di far parte del G8, per la manifesta nullità dei suoi rappresentanti e delle sue istituzioni e questo di certo non giova all’immagine dell’Italia tutta ed a coloro che con fatica ed onestà cercano di tenere alto il patrio prestigio.
L’unica cosa che invece pomposamente ha saputo fare il governo, che con faccia di bronzo lasciò i due servitori dello Stato in balia degli umori della classe politica dell’India, fu la rapina ai pensionati tenendo fede al detto secondo il quale è opportuno prostrarsi ai potenti e mostrare i muscoli ai deboli. Credo che si possa a voce alta dire che tale governo, come noto voluto e sostenuto da Napolitano, passerà alla storia come quell’istituzione che ha tradito la Repubblica e rapinato i pensionati.
Purtroppo questi sono i risultati che hanno prodotto anni di denigrazione delle Forze Armate, di una politica estera inesistente e/o deplorevole, dell’idea di vedere nei centri sociali una risorsa come disse a suo tempo Bertinotti, dell’integrazione intesa come calarsi le braghe con la quasi quotidiana genuflessione istituzionale di assecondare i desideri degli immigrati. Quello che è vergognoso è che gli autori di tali misfatti continuino a percepire vitalizi e laute prebende.
Sarebbe onesto e doveroso che presso le scuole di ogni ordine e grado venisse commentata la lettera che la madre del caporal maggiore Tobini caduto in Afghanistan ha scritto al premier e che mai ha avuto, sicuramente per "gravosi" impegni istituzionali, il doveroso rispetto di una risposta e la disposizione che obbliga lo Stato, dopo anni di carta bollata, di "elargire" la pensione di circa 200 euro al mese ai genitori di un soldato deceduto a seguito dell’attentato di Nassirya, pensione semplicemente indegna come risarcimento per chi muore al servizio della patria. Ricordo che un sol giorno in parlamento dava diritto ad un vitalizio di circa 3000 euro al mese.
Che dire: io mi vergogno di appartenere ad una nazione ove personaggi istituzionali privi di scrupoli e di capacità cercano solo, fregandosene beatamente dei danni che producono, profitti e visibilità. Se per puro e doveroso senso di rispetto e moralità la smettessero di indossare, quando fa loro comodo, la tuta mimetica, sarebbe già una gran cosa.
Discussione su questo articolo