Stavamo meglio quando stavamo peggio? Nessuno osa pensarlo, e nemmeno noi, perche’ comunque non possiamo certo rimpiangere i tempi tristissimi in cui i talkshow sfornavano recite e repliche di sceneggiate con attori di antico pelo del rango di Ciancimino e D’Addario, sapientemente guidati da registi da Oscar.
Almeno adesso si parla, e se ne parla fino alla nausea, di tasse, di disoccupazione, di mancata crescita, di spread, di spending review; insomma ci stiamo facendo una cultura nel settore, se cosi’ si puo’ chiamare l’informazione che ci passano i grandi arbitri dell’economia mondiale e nazionale, per spiegare con le loro teorie bislacche il continuo fallimento dei loro interventi misteriosi.
Qualcuno tempo fa e’ stato crocifisso per aver detto che con la cultura non si mangia; chissa’ se lo ripetesse adesso, quali reazioni susciterebbe nel popolo sempre più a corto di risorse vitali.
Se la cultura e’ infatti quella dei professori che non riescono a risolvere i problemi e sono costretti a pagare lezioni suppletive chiamando in aiuto commissari e consulenti, come se fossero alunni in difficoltà, siamo proprio nei guai. Bocciati i politici, bocciati i tecnici, bocciata la cultura, almeno quella delle scienze economiche e politiche. Speriamo che per la poesia e la letteratura ci sia ancora spazio, possono servire ai pochi amatori rimasti come arti consolatorie.
Tempi duri per tutti; solo per loro, per tecnici e supertecnici, commissari e supercommissari, l’economia gira con un successo che ha del miracoloso: emolumenti che si aggiungono, cariche che si moltiplicano, annate prodigiose. Costoro, più invecchiano, più trovano lavoro, in una progressione di carriera stupefacente rispetto ai comuni mortali, esodati a 50 anni.
La gerontocrazia avanza, e i giovani se ne sono fatta una ragione; hanno capito che la cultura non paga e a scuola ci vanno solo per cuccare e farsi di canne in un ambiente per cosi’ dire protetto; a sbarcare il lunario basta la pensione della nonna e a cercare lavoro non ci pensano proprio. L’esempio viene dall’alto: e in alto ci sono solo cattivi esempi.
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