Diciamocelo pure chiaramente. Se Mario Draghi oggi è il premier incaricato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella di formare un governo è solo perché la politica ha dimostrato per l’ennesima volta la propria incapacità a governare e a trovare la sintesi tra le diverse anime. Nei Palazzi si continua a pensare alle poltrone piuttosto che al bene del Paese. L’hanno capito persino dall’estero.
Già, perché il mondo ci guarda. E ci considera dei pazzi ad aprire una crisi di governo durante un’emergenza sanitaria straordinaria, in piena crisi economica.
Tutta la stampa internazionale, a cominciare dal Wall Street Journal, registra l’arrivo di Draghi sulla scena politica italiana per tentare di uscire dalla crisi e scommette sull’ex capo della Bce nel compito nel quale la politica ha fallito.
“Mario Draghi salvò l’euro, ma riuscirà a salvare l’Italia dalla confusione politica?”. La situazione è “lungi dall’essere chiara”, aggiunge l’autorevole quotidiano finanziario, ma “Draghi si presenta al tavolo come uno degli uomini di più alto profilo internazionale in Italia e un accanito difensore dell’Unione”.
Del resto, fa notare Der Spiegel, “il 73enne economista da settimane era evocato come possibile capo del governo a Roma; e un tale governo sarebbe probabilmente la soluzione nelle prossime settimane e mesi per guidare l’Italia attraverso i suoi problemi più urgenti nella pandemia da coronavirus”.
“L’Italia si volge a Mario Draghi, per la gioia degli europeisti”, scrive il New York Times, “una svolta notevole” dopo i complicati negoziati per risolvere la crisi politica
“Se diventerà premier”, prosegue il Wall Street Journal, si troverà di fronte alla duplice sfida del Covid-19 e di una crisi economica profonda. Ma l’Italia “sembra pronta a tornare a un modello di governo tecnocratico per salvare il Paese dopo che le forze politiche hanno fallito”, aggiunge il New York Times.
Anche Euronews ricorda “SuperMario e il suo ruolo cruciale nel salvare la moneta unica europea”, quando era alla guida della Bce. “Il suo nome veniva spesso richiamato come ‘la più importante riserva della Repubblica italiana e come il potenziale salvatore della Patria”, ricorda les Echos, il più autorevole quotidiano finanziario francese.
“Rinomato per la sua discrezione, la sua serietà e la sua determinazione, rappresenta la persona più adatta per far uscire l’Italia dalla crisi e per completare la stesura del Recovery Plan da 222,9 miliardi che è ancora in cantiere”.
A Roma intanto tutto è in continuo divenire. Già da domani, giovedì, Draghi dovrebbe iniziare le consultazioni con i partiti. Al momento, M5S non sarebbe disposto a votargli la fiducia (ma è possibile che il Movimento si spacchi), tanto meno lo sarebbe Fratelli d’Italia: per Giorgia Meloni e i suoi esistono solo le elezioni, subito. Possibilista Silvio Berlusconi, mentre Matteo Salvini ancora non decide chiaramente.
Nei vari partiti sono in corso vertici e riunioni proprio per capire, per decidere come affrontare le consultazioni e cosa comunicare al premier incaricato. Non è del tutto scontato che Draghi abbia i voti in Parlamento. Questo, infatti, è ancora da vedere.