Milano spende e spande. Nessun eccesso, solo l’indispensabile. Il necessario per organizzare in città un Natale all’altezza della tradizione milanese e una notte di fine d’anno vivace e godibile. Il sindaco Pisapia inviterà i cittadini ad accogliere l’ingresso del 2014 in piazza Sempione, nel quartiere omonimo. Il cuore non snob della città.
Piange Roma, il Comune è in bolletta, in cassa non c’è un euro. Ignazio Marino, il sindaco, pensava ad un Natale in tono dimesso nella città capitale d’Italia. E un fine d’anno al risparmio, lo stretto indispensabile per conferire quel tocco di allegria e di speranza. Ma alla fine ci ha ripensato, ridisegnando il programma dei festeggiamenti previsti nel comune di Roma, vadano al diavolo miseria e avarizia scozzese. E così si scopre che poi il Comune non è in bolletta secca. I soldini li ha, ma pare non li abbia distribuiti in maniera acconcia.
Fatto sta che nella Capitale monta la polemica. Anzi di più, è già esplosa con fragorose conseguenze.
Contrasti, discussioni, accuse e contraccuse, i fuochi d’artificio di fine d’anno hanno il potere di alimentare bisticci. Sono fuochi veri, i litigi; quelli propriamente d’artificio sono un’altra cosa. Innocui bengala, stellette di Natale, niente di che. A Roma divampa il fuoco vero in questi giorni che annunciano il Natale, sotto forma di scambi di battute al vetriolo. In Italia è così, quando tocchi i soldi è la fine di tutto. I veleni rubano la scena ai sorrisi.
Allora questi soldi ci sono o no? Pare ci siano davvero, il Comune di Roma non si è messo a stecchetto. La spending review? Ma chi se ne frega, è Natale e bisogna festeggiare, la miseria vada pure a farsi friggere. Cinquantamila euro per sparare mortaretti a fine d’anno, i soldi per i fuochi d’artificio sono usciti, ora è normale che le casse comunali siano a secco. E molti romani, fedeli all’antica inviolabile romanità, “nun ce vonno sta”. E protestano: Marino e i suoi vice sindaci l’hanno combinata grossa, esponendosi agli strali e alle frecce avvelenate di parte della popolazione capitolina.
Quarantamila euro a Montesacro per sparare fuochi d’artificio dal palco fatto allestire dal Pd Paolo Emilio Marchionne, che siede sulla poltrona del Municipio. Ma si può? Si potrà, la fine dell’anno non è lontana, questione di giorni ormai. Ma il putiferio è in corso, sulla griglia è finita il vice sindaco Marchionne, che ha affidato i 40mila euro all’associazione Zakerlo per una notte di fuochi d’artificio. Intanto, sono scoppiati quelli della polemica. I veri fuochi di cui sopra. Spontanea e ineludibile la domanda: dove sono l’accortezza e l’oculatezza di gestione? Nel pieno rispetto dell’andazzo italiano, le eccezioni son lì a confermare la regola: non esistono. I fuochi e la festa al quartiere Montesacro privano oltretutto i Fori Imperiali della loro centralità, della capacità di catalizzare la festa, come da tradizione.
Il settimo Municipio ha sede al Tuscolano. Anche qui la spending review vada a farsi fottere: i fuochi affidati ai mini sindaci costano 10mila euro. La somma stanziata dalla presidente Susi Fantino. Diecimila euro per fuochi d’artificio “da sparare dal tetto del Municipio”. Però manca ancora l’autorizzazione del comando dei Vigili del Fuoco, se mai arriverà. Gli abitanti del Tuscolano, quelli provvisti di buon senso continuano a chiedersi, in mezzo alle polemiche, “perché non destinare questi 10mila euro agli anziani, affinchè potessero organizzare attività ricreative mirate ad incoraggiarne la socializzazione e alleviare il malanno che sopravviene soprattutto nella terza età”. La solitudine compagna subdola e spesso minacciosa degli anziani. Il responsabile del Municipio di Montesacro è il destinatario di accuse mirate, insistenti e implacabili. I mittenti sono ovviamente di matrice politica. “Ha affidato i soldi ad una associazione vicina al Pd, la Zerkalo”.
I festeggiamenti saranno coordinati da Alessandro Macchia, presidente appunto dell’associazione. Il quale contesta con grande vigore dialettico. “Non si tratta di spese folli. Tanto è vero che anche Milano ha scelto di festeggiare l’ultimo giorno dell’anno in piazza, al Sempione”. Natale a Roma non unisce, divide. L’associazione Zerkalo ritiene di non aver bisogno di difendersi da accuse e punzecchiature. Vuole però precisare che il suo vissuto è al disopra di qualsiasi sospetto e che non è affiliata ad alcun partito. “Abbiamo collaborato all’organizzazione dei David di Donatello, agli Oscar e al festival di Napoli”. A loro dire, i fuochi d’artificio di Capodanno a Montesacro rappresentano il cuore di un progetto lungimirante che restituisce la vita alle periferie. “Come associazione, poi, non avremo plusvalenze”. Ma i dubbi restano, compagni dei veleni di quanti non condividono: 40mila euro per una notte di fuochi non rappresentano un’esagerazione? In realtà lo sono, in questi tempi di carestia e di miseria italiana. Lei, l’Italia, è davvero in bolletta. Avete presente quanto abbiamo pagato e dovremo pagare di Tares?
Discussione su questo articolo