Spesso mi ritorna in mente una frase detta da Don Camillo in uno dei celebri film con Peppone: "la politica è quell’arte che per risolvere le questioni semplici prima le deve complicare". Era sicuramente una frase giusta per quei tempi ove la maggior parte dei politici, pur se di idee diverse, aveva in mente il bene primario dei cittadini e del Paese. Ora, a distanza di poco più di mezzo secolo, "quell’arte" è cambiata in peggio, anzi si può dire che, per la maggior parte dei politicanti, sia diventata un cercaposto, una strada da percorrere con ogni mezzo, lungo la quale sotterfugi, tradimenti e menzogne sembra che siano il piatto forte di ogni giorno.
Ora è in atto la corsa al Quirinale e quanto da me affermato emerge in modo lampante: non si pensa al bene del Paese insediando al Colle una persona che rispecchi quanto dettato dalla Costituzione, ma qualcuno che possa far comodo alla propria bottega ed alle proprie saccocce, i cittadini sono considerati meno degli spettatori non paganti, praticamente degli intrusi.
Cito, per questione di spazio, un solo esempio: nel 2013 Prodi per il Quirinale e Bersani per palazzo Chigi uscirono dalle rispettive contese, ove erano dati per vincitori, con la medaglia di supertrombati, sia per le fronde interne al partito, ma soprattutto per il netto diniego del m5s. Fece scalpore la frase, riferita ai due superfavoriti, pronunciata dal m5s nelle due dispute: "Quello non lo voteremo mai". Sono trascorsi solo tre anni e ai nastri di partenza, con la solita faccia di bronzo, si sono presentati trombati e supertrombati compresi naturalmente i due personaggi sopra menzionati, uno dei quali nel 2013 rientrò frettolosamente, per l’acclamazione poi trasfomatasi in trombatura, dall’Africa.
Concorrenti discutibili a parte, che come scusante hanno una vita spesa alle calcagna di qualcuno che lo portasse in alto, quello che meraviglia, ma non più di tanto, è l’atteggiamento del m5s che, o per la solita cronica mancanza di idee e di una netta linea politica o per le continue ed incessanti perdite, smentendo quanto sostenuto nel 2013, propone per l’alta poltrona Prodi e Bersani, uno che fa dormire con i suoi bofonchiamenti e l’altro che fa sorridere per i suoi agresti aneddoti. Vabbé, alla fin fine i seguaci di un comico che urla senza dir niente di sensato, insulta ed usa un linguaggio scurrile cosa possono proporre di serio?
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