Molti sceglieranno Renzi ma molti altri non andranno neppure a votare. I fedelissimi di Romano Prodi si dividono in vista delle primarie dell’8 dicembre e non sono pochi quanti diserteranno le urne. E proprio questa scelta, secondo il deputato Franco Monaco, interpellato dalla Stampa, e’ "segno dello scarto tra il progetto dell’Ulivo e quello che e’ oggi il Pd": "’Andro’ ai gazebo, ma non sostengo nessuno, non mi riconosco in nessuno dei candidati. Ne’ nel continuismo di Cuperlo, ne’ nella leggerezza un po’ evanescente di Renzi’. Sembra ancora piu’ amareggiato l’ex ministro Giulio Santagata, fondatore nel 2005 della Fabbrica del programma, incubatore di proposte e contributi alla campagna elettorale, che ammette ‘se dicessi che sono innamorato di questo Pd direi una bugia’: alle primarie ‘non ho ancora deciso chi votare. Se nessuno mi convincera’ non voterò’. Altri prodiani, invece – sottolinea il quotidiano torinese – continuano a coltivare la speranza di vedere recuperato lo spirito dell’Ulivo attraverso qualcuno dei candidati. Sandra Zampa, ex portavoce del Professore, da’ il suo sostegno a Pippo Civati.
Il deputato Sandro Gozi, consigliere di Prodi alla Commissione europea e poi a Palazzo Chigi, ritiene invece che ‘il progetto ulivista si ritrova in Renzi’, perche’ e’ lui che ‘interpreta il Pd come un unico partito aperto del centrosinistra, ha detto parole chiare sul bipolarismo, un no chiaro al proporzionalismo’". E lo stesso Gozi, in una intervista a Repubblica, definisce la scelta di Prodi di non tesserarsi e di non votare come una decisione che ha "101 destinatari": "Questo Pd e’ finito, ed e’ molto diverso da quello che lui avrebbe voluto. Il partito dei 101 disprezza democrazia interna, lealta’ e trasparenza. Quanto al fatto che Prodi non voglia neppure partecipare alle primarie, voglio pensare che il professore stia alzando l’asticella per noi: dobbiamo rifare il Pd, il nostro compito diventa piu’ difficile, ma anche piu’ entusiasmante. Dobbiamo convincere il fondatore, e con lui tanti italiani, a darci fiducia".
Gozi si dice “convinto che Matteo Renzi sia l’unico candidato che può ridare vitalità al vero progetto del Pd. Un partito che affondi le radici nell’Ulivo, che sia capace di aprire un campo molto ampio, che sappia allargare gli orizzonti e guardare anche fuori di se". "Il partito identitario – aggiunge il prodiano Gozi – è un inutile tuffo nel passato" "perché il partito vissuto come fine prevale sulle istituzioni e sugli interessi di tutti. E’ da quella logica, dallo scontro di interessi e di correnti che nascono mostri come i 101". Poi Gozi assicura che "il 98% di noi sostiene Renzi".
Discussione su questo articolo