L’America Latina scelta dal primo papa latinoamericano per il primo viaggio del pontificato in tre differenti Paesi e’ quella di nazioni interamente di lingua spagnola: Ecuador, Bolivia e Paraguay. "Non dei grandi Paesi, ne’ al primo posto della attenzione mondiale", ha fatto notare il portavoce Federico Lombardi.
Dal 5 al 13 prossimi papa Bergoglio fara’ dunque rotta verso l’America latina, "continente a me tanto caro, come potete immaginare", ha detto ieri all’Angelus. Sara’ la prima volta in cui sceglie deliberatamente l’America Latina, giacche’ il primo viaggio internazionale del pontificato, a luglio 2013 a Rio per la Gmg, lo aveva ereditato dalla agenda di Ratzinger.
La scelta conferma la linea di attenzione alle periferie, dove vivono i piu’ marginali e senza voce, inaugurata con Lampedusa, primo viaggio del pontificato, l’8 luglio 2013. Ecuador, Bolivia e Paraguay, non in prima linea, non grandissimi – Ecuador circa 10 milioni di abitanti, Bolivia circa 15 milioni e Paraguay circa sette – dove i cattolici sono maggioranza, – rispettivamente l’87,4%, l’82,5% e il 93,8 % – con una storia recente intrecciata con gli anni delle dittature, e dei conflitti di questo angolo del Pianeta. Paesi dove la poverta’ e’ ancora elevata, nonostante i progressi degli ultimi anni. Anche Paesi in cui la questione sociale e’ strettamente collegata a quella ambientale, in un intreccio ancor piu’ significativo per comprendere la "politica" del Papa, dopo la pubblicazione della enciclica "Laudato si’" che papa Francesco ha dedicato alla custodia del creato. Paesi anche con forti componenti indigene, meticciati di etnie e culture. Geograficamente compositi, in un arco naturale che spazia dalle Ande all’Amazzonia. Paesi che Bergoglio ha visitato prima di diventare Papa, dove ha anche qualche amico, come nel collegio Javier dei gesuiti ecuadoriani, alla cui cultura – pensiamo in particolare alle ‘reduciones’ del Paraguay – si sente comunque affine. America Latina, con il Paraguay confinante con l’Argentina, fa presumere una grande partecipazione alle messe pubbliche e nei vari spostamenti che il Pontefice ha scelto di compiere per chilometri con la papamobile scoperta. Sara’ un viaggio con un’agenda molto fitta: in pratica papa Francesco si fermera’ per circa 48 ore in ogni nazione, visitando almeno due citta’ per ognuna, con appuntamenti riservati alle categorie piu’ ai margini: gli anziani in Ecuador, i detenuti in Bolivia e i bambini malati in Paraguay. I motti delle visite nei tre Paesi, ha fatto osservare Lombardi, sono tutti collegati alla "gioia del Vangelo", "il filo conduttore – ha notato il portavoce – e’ la gioia dell’annuncio del Vangelo, i testi da tenere presenti sono l’Evangelii gaudium di papa Francesco e il documento di Aparecida, redatto dall’allora arcivescovo Bergoglio.
Tra gli appuntamenti da tenere particolarmente d’occhio, la partecipazione del Papa, a Santa Cruz il 9 luglio, alla giornata conclusiva del II incontro mondiale dei movimenti popolari. Il primo si svolse in Vaticano a ottobre 2014 e il Papa tenne un significativo e importante discorso, invitando i movimenti ad essere soggetti attivi della propria liberazione. C’era anche Morales, come leader popolare, che ora lo accoglie da presidente in Bolivia. "Probabilmente – ha annunciato padre Lombardi – i movimenti consegneranno il documento conclusivo al Papa, perche’ lo abbia presente anche in vista della sua visita all’Onu in settembre". Cosi’ il viaggio della prossima settimana si collega idealmente a quello di settembre a Cuba e negli Stati Uniti, di cui oggi il Vaticano ha pubblicato il programma ufficiale. E’ innegabile che negli Stati Uniti si guarda a questa missione di papa Francesco in America Latina con una attenzione ancora maggiore, e ancora piu’ specifica che in passato.
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