Dimostrero’ ancora una volta la nostra responsabilita’. Silvio Berlusconi ha ascoltato i fedelissimi che fino a tarda notte hanno limato con lui il discorso da fare a Giorgio Napolitano. L’incontro tra il Capo dello Stato e l’ex premier (il primo da quando non e’ piu’ senatore) arriva dopo mesi di tensione e scontro con il Cavaliere sempre sul piede di guerra e pronto, in ogni occasione, ad accusare il Quirinale di essere il "regista" della fine del suo governo nel 2011.
Il rischio che il confronto (seppur allargato) tra i due potesse trasformarsi in una sorta di resa dei conti era la preoccupazione delle colombe, come Gianni Letta. Raccontano che sia stato proprio il braccio destro del Cavaliere ad insistere piu’ di tutti sul tenere un approccio formale e a frenare l’idea di andare al Quirinale in "assetto da guerriglia": Rifletti bene – gli avrebbe detto in sostanza Letta – e ricordati che i calci di rigore non si tirano se l’arbitro non ha fischiato. Pena: l’espulsione o l’annullamento del gol. Una metafora calcistica per fa capire come non sia il caso di andare allo scontro a viso aperto con Quirinale soprattutto ora che Forza Italia e’ tornata al centro della scena e alla luce dell’intesa raggiunta con Renzi. E cosi’ l’ex capo del governo ha deciso di rispettare alla lettera il protocollo limitandosi alla pura formalita’ ed entrando solo nel merito delle consultazioni. Nessun accenno polemico dunque, nemmeno una battuta sulla crisi economica e le politiche di rigore che l’ex capo del governo si era preparato.
L’idea di Berlusconi infatti era quella di rivendicare con Napolitano l’esattezza delle sue tesi sulla necessita’ di cambiare direzione rispetto al rigore imposto da Monti e lo stesso Letta: Avevo ragione io, e lui lo deve riconoscere, era l’intenzione dell’ex premier che poi pero’ ha preferito soprassedere. Al Capo dello Stato, Berlusconi ha ripetuto parola per parola quanto detto poi davanti ai giornalisti a cui si e’ limitato a fare solo una dichiarazione dribblando le domande.
Il Cavaliere ha confermato che "Forza Italia" restera’ all’opposizione ma sara’ "responsabile" valutando di volta in vota i provvedimenti. Stesso discorso sulle riforme ed il rispetto dell’accordo siglato con Matteo Renzi. I toni sono sfumati anche sulle accuse rivolte al Colle di dar vita ad un nuovo governo senza elezioni. Berlusconi si limita solo a riferire di aver "espresso preoccupazione e stupore per una crisi opaca nata fuori dal Parlamento". Insomma toni e parole misurate: come vedete – ha confidato ai suoi una volta rientrato a palazzo Grazioli – ho dimostrato per l’ennesima volta la nostra responsabilita’. L’ex premier torna dunque alla finestra in attesa di capire ora le mosse di Renzi. Al premier in pectore il Cavaliere continua a riservare elogi sia in pubblico che in privato: mi piace come comunica il suo decisionismo, ha ribadito anche ieri sera ai suoi ospiti. Parole meno tenere invece verso Angelino Alfano a cui l’ex capo del governo non perdona la decisione di aver spaccato il Pdl.
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