Compiono cinquant’anni. I musicisti di campagna li festeggeranno a Cesenatico, allo stadio, dal 14 al 16 giugno. Tre concerti con la band, una kermesse celebrativa in puro stile del complesso emiliano titolare di una storia atipica. Quella dei Nomadi, lunga appunto cinquant’anni. Una storia dai connotati e dai contenuti umani, lontana dalla musica business. I Nomadi profumano innanzitutto di normalità. Non sono i Beatles o i Rolling Stones, ma nel nostro piccolo sono campioni. Hanno pari dignità delle grandi star della musica. Quei meravigliosi anni: ci hanno fatto ballare, amare, incantare. Hanno attraversato la giovinezza degli italiani che erano allora ragazzi e oggi sono maturi signori. Venendo dalla Bassa emiliana, dove si stende il quadrilatero della musica popolare italiana. La Bassa e Bologna: Guccini, Vasco Rossi, Ligabue. Novellara è il loro posto. A Novellara era nato Augusto Daolio, morto nel ’92, l’anima del gruppo, l’idealista, il pensatore. La coscienza della band. Prima di andarsene, e forse ancora oggi, da lassù, ha spinto Beppe Carletti, cofondatore della band nel 1963, a continuare. L’unico a conservare il nome originale, Carletti. I Nomadi chiamati a vivere peripezie inenarrabili, legate al continuo cambiamento del vocalist. La voce del gruppo, Danilo Sacco, ha abbandonato l’anno scorso. Adesso c’è Cristiano Turato, il nuovo che avanza, voce giovane e punkettara. La band ha ricevuto come una scossa, una botta di vigore. Il sound si è fatto tosto, necessita mettersi al passo con i tempi, anche se hai cinquant’anni, e la vita è come se ricominciasse a questa bella, splendida età.
Musica e impegno, per la celebrazione del cinquantenario. Beppe Carletti in cabina di regia, il ruolo che gli compete e gli spetta di diritto, per intelligenza, astuzia, competenza, autorevolezza. Il compleanno allo stadio di Cesenatico, tre concerti con la band, gli stand delle associazioni equosolidali, di Emercency, il catering e quant’altro. Cinquant’anni sono una cosa grande, un evento unico nella vita di Carletti e della band più amata in Italia quando fare musica era una cosa molto seria, non solo molto bella. Incontro alla ricorrenza i Nomadi sono accompagnati idealmente dalle parole di Augusto Daolio. Pronunciate alla festa dell’Unità di Reggio Emilia, venti anni fa. "Festeggeremo i 30, i 40, i 50. I Nomadi sono come l’uomo mascherato, non moriranno mai". Ne raccolse la profezia Beppe Carletti. Lui e Daolio si conobbero in provincia di Rovigo, sul palco di un dancing, a Trescenta. Gennaio del ’63, facevano ballare la gente. Daolio si presentò a Carletti con tre pezzi, brani inediti: il pubblico apprezzò e venne conquistato all’istante. Avevano sedici anni entrambi, beata gioventù, compagni di speranze e sogni, pieni di voglia di essere nuovi. Settantasette giorni di caffè concerto a Riccione, seguiti da tanti stranieri che avevano voglia di divertirsi, ballare, ascoltare buona musica. Quella che sarebbe poi diventata la musica dei Nomadi. Un marchio di fabbrica. Una griffe.
Spopolarono suonando, cantando, tenendo le belle tedeschine desiderose di amore sulle ginocchia. Qualcuno saliva sul palco a cantare. "Un’esperienza favolosa, un anticipo del karaoke, è stata una grande scuola". La scuola l’hanno fatta loro, i Nomadi. Il gruppo musicale più longevo, secondo solo ai Rolling Stones, nella formazione iniziale: Carletti alle tastiere, Franco Midili alla chitarra, poi rilevato dal mitico Maurizio Vandelli, Gianni Corcon basso, Bila Capellini batteria. Novantasei album, una straordinaria produzione. E canzoni di successo, grazie anche al contributo del grande Guccini. Al secondo album diedero il loro nome, i Nomadi, non avendone trovato uno migliore. Le canzoni? "Vola bambino", "In nome di lei". "Giorno d’estate", "Canto d’amore", "Canzone per un’amica", a altre ancora. Tante, proprio tante, in cinquant’anni. I musicisti del popolo.
Per vederli, ascoltarli, applaudirli, allo stadio di Cesenatico, ai fan saranno sufficienti 28 euro per tre giorni con i Nomadi. "Il nostro è un pubblico meraviglioso, non possiamo ripulirgli il portafoglio", promette Beppe Carletti, che parla di un evento "destinato a rimanere nel cuore di tutte le persone che verranno". La passione per la musica e l’idea della band gli è venuta ascoltando la banda del suo paese, Novi di Modena.
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