I delinquenti non hanno colore politico: sono delinquenti e basta ovunque facciano il nido e andrebbero estirpati senza pietà. A parole lo dicono tutti, ma nel concreto nessuno vuol fare vera pulizia a casa propria. Uno o dieci inquisiti non significano che “quel” partito sia composto da mafiosi, ma solo che ha al suo interno anche dei corrotti e quindi che non ha titolo per dirsi estraneo al malaffare. Piuttosto quando un partito piccolissimo ha un’alta percentuale di inquisiti è allora lecito pensare che sia più esposto a certi inquinamenti di potere. E’ il caso della pattuglia di partitini disseminati al centro politico, ma soprattutto del Pd che a Roma sta dimostrandosi pesantemente inguaiato nella brutta storia di “mafia capitale”e quindi basta con l’ipocrisia dei vari Orfini a chiamarsi fuori da un pasticcio dove invece i Democratici sono dentro fino al collo.
L’atteggiamento della stampa e l’ipocrisia di Renzi su questa vicenda è paradossale: si “deve” dare per forza fiducia a Marino (altrimenti il Pd perde la faccia) e allora passano i mesi, non ci sono chiarezze, non ci sono provvedimenti ma anzi si passano più soldi al Comune di Roma che ha ampiamente dimostrato di spenderli male.
Cinque mesi fa il ministro Alfano annunciò una commissione ministeriale d’indagine su Roma per valutare se sciogliere o meno l’amministrazione comunale. Sono passati 5 mesi e non se ne sa più nulla, mentre sale il livello della merda che sommerge anche persone vicinissime al sindaco Marino che “spara” quotidiane dichiarazioni decisamente fuori luogo.
Su questa vicenda dovrebbe svilupparsi una azione politica nazionale perché si azzeri la situazione romana e la prossima volta ogni candidato dovrà dare certificazione del proprio “status”: è l’unico modo per dare trasparenza e pulizia ad una amministrazione che da anni è una schifezza megagalattica che fa vergognare l’Italia nel mondo, proprio alla vigilia del giubileo e quando si favoleggia di organizzarci olimpiadi o campionati del mondo.
Altro aspetto la Legge Severino che va applicata con lo stesso metro di valutazione per tutti: se è servita ad impiccare politicamente Berlusconi, Renzi non può adesso tirare in lungo per la Campania solo perché ha vinto il suo candidato, così come non è colpa della Bindi se i partiti hanno presentato persone con la fedina penale non certo immacolata. Eppure anche su questo argomento è calato un silenzio di piombo e tutti hanno capito che si è trovato il modo – tirando in lungo – di aggirare di fatto la legge.
Non solo: se si è “garantisti” con i propri esponenti e quelli del proprio governo, perché allora lo si è fatto anche qui a senso unico? Ricordate il caso delle dimissioni dell’ex ministro Lupi, neppure indagato?
Ecco argomenti che un Presidente della Repubblica imparziale ed energico e dotato di un minimo di spina dorsale dovrebbe richiamare nella concretezza e non solo con le solite mezze parole generiche e scontate o i vuoti appelli alla legalità che lasciano esattamente il tempo che trovano, mentre Renzi non può dichiararsi fuori né “garantista” solo con i suoi, perché è anche il responsabile politico nazionale di un Pd che certo non è migliore o più trasparente degli altri, anzi…
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