"Vinitaly, di cui ci apprestiamo a presentare la 48° edizione veronese, non è più un appuntamento fieristico, ma un vero e proprio sistema, una vera e propria piattaforma". Con queste parole Ettore Riello, presidente di Veronafiere e patron di Vinitaly, ha presentanto questa mattina nell’Hotel Boscolo Exedra di Roma, l’ultima edizione di una delle più importanti fiere dedicata al vino, in programma dal 6 al 9 aprile a Veronafiere insieme a Sol&Agrifood ed Enolitech.
Internazionalizzazione, buyer, export, bio e formazione: sono queste le parole chiave di quest’anno. Una rassegna che, infatti, possiede la capacità di attrarre oltre 50mila operatori esteri da 120 Paesi. A un mese dalla sua inaugurazione Vinitaly segnava già il suo primo record di sold out con il superamento, per la prima volta, dei 100.000 metri quadri netti venduti.
Novità assolute di quest’anno, che si sviluppano sul doppio binario di una crescente internazionalizzazione e una particolare attenzione al panorama delle produzioni biologiche, sono Vininternational, International Buyers’ Lounge e Vinitalybio.
Nel corso del suo intervento Riello ha ricordato che le aziende nate nel nuovo millennio sono il 40% del totale, in aumento del 15% negli ultimi quattro anni. Di queste una su dieci è guidata da un imprenditore under 40.
Nel 2013 l’Italia ha prodotto 47,4 milioni di ettolitri, con una crescita del 15% rispetto all’anno precedente. Un settore, quello del vino, che conta, nel nostro Paese, circa 380 mila imprese vitivinicole produttrici (circa il 23% del totale della filiera agricola) e impiega 700 mila addetti (1,2 milioni con l’indotto primario) per una produzione che supera il milione di etichette. Il presidente di Veronafiere ha però ricordato l’importanza di puntate su lotta alla contraffazione e all’italiansounding "che rappresentano complessivamente circa il doppio delle esportazioni. Con una radicale azione di contrasto al falso made in Italy – ha aggiunto – le esportazioni potrebbero addirittura triplicare".
Un’edizione, quella di quest’anno, che si proietta verso Expo 2015 "e alla necessità di guardare al futuro del mondo e alla nostra capacità di impostare politiche, produzioni e schemi per nutrire il pianeta contestualmente alla crescita della popolazione". Rivolgendosi ai presenti e agli imprenditori vinicoli il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina ha ribadito l’invito a "lavorare insieme sul tema sui consumi interni per invertire il trend e sul fronte dell’internazionalizzazione. Vinitaly – ha sottolineato a margine il ministro – fa la differenza nel mondo e si vede dai numeri".
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