Il giudizio sulla legge di stabilita’ lo da’ Benedetto Della Vedova: "Voteremo la fiducia pensando anche a quello che ha detto il premier Letta e cioe’ che da domani si gioca all’attacco". Nel corso di una conferenza stampa alla Camera il segretario di Scelta civica, Stefania Giannini, definisce il ddl "sofferto e in chiaroscuro", ma si ritiene soddisfatta per la "battaglia politica vinta sul contratto di ricollocazione" che rappresenta "un primo passo importante" verso una cultura del lavoro diversa".
Per Andrea Romano, relatore del ddl bilancio, "oggi le resistenze al riformismo non appaiono piu’ insormontabili" anche se questa legge di stabilita’ mantiene "debolezze" e profili di "irrazionalita’". L’emendamento di Scelta civica accolto nel ddl consente alle persone di scegliere l’agenzia di ricollocamento cui avvalersi, tra quelle accreditate dalla Regione, che verra’ retribuita con il voucher regionale, proporzionato alla difficolta’ di reinserimento nel tessuto produttivo. Il voucher e’ pagabile solo a seguito del ‘succesful placing’, cioe’ quando la persona interessata abbia ottenuto un lavoro che sia durato almeno sei mesi. Il contratto di ricollocazione sancisce gli obblighi della persona e attribuisce al tutor designato dall’agenzia un potere di controllo e di denuncia dell’eventuale rifiuto ingiustificato di un lavoro con conseguente riduzione o interruzione del trattamento di disoccupazione".
Per il senatore Pietro Ichino, con questo emendamento, si e’ "rotto un muro: per la prima volta si accetta di rendere contendibile una funzione pubblica" davanti al mercato. La deputata Irene Tinagli la definisce "una vittoria anche se le risorse per le politiche attive del lavoro restano poche" e quelle passive "sono aumentate" nel passaggio alla Camera della legge di stabilita’. "Noi vogliamo aiutare le persone a trovare lavoro- continua- quello che manca e’ un supporto nella ricerca, una guida. Non viene smantellato il pubblico, ma vengono ridisegnati i ruoli con l’obiettivo di renderlo piu’ efficiente". Tinagli e’ "molto delusa" dalla riformulazione finale del fondo che taglia il cuneo fiscale con i risparmi della spending review e i proventi della lotta all’evasione. "Ci sono due problemi: il primo e’ che e’ saltato l’automatismo che avrebbe vincolato tutte le risorse alla riduzione delle tasse e il secondo nodo e’ che si e’ allargata molto la platea dei beneficiari inserendo anche i pensionati ed altre categorie, riducendone quindi l’efficacia", conclude.
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