Lavoro, Giovannini: bene il contratto unico

 "Promosso Renzi per aver riportato il dibattito sul lavoro, ma direi che andrebbe promosso anche il governo Letta che si è già mosso nella stessa direzione in cui vuole andare il segretario del Pd, cioè far ripartire l’occupazione". Per Enrico Giovannini, ministro del Lavoro, come spiega in una intervista a Repubblica, c’è continuità tra il "Piano per il lavoro" che sta definendo il Pd e l’azione che l’esecutivo ha messo in campo in questi mesi. E precisa: "Devo dire che sono davvero lieto che finalmente si parli di più di questi temi: del lavoro e di come far riprendere l’occupazione. Finora ho sentito molto parlare di Imu, di pensioni d’oro e di esodati, temi importanti sui quali siamo già intervenuti. Se penso che a giugno il nostro pacchetto lavoro è stato accolto in Parlamento da 500 emendamenti, presentati dal centro destra e dal centro sinistra, gli uni in contrapposizione agli altri, con una serie di veti incrociati, mi sembra che ci sia nuovamente voglia di affrontare questo tema".

Giovannini non si dice contrario a discutere del contratto unico e precisa: "Certo è determinante come si scrivono le norme. Bisogna comunque distinguere tra le situazioni aziendali. Per le imprese che crescono potrebbe essere vantaggioso assumere a tempo indeterminato con tutele crescenti. Cosa diversa per le aziende ancora in difficoltà". In merito alla proposta del contratto unico con tutele crescenti precisa: "Vorrei dire, intanto, che sul fronte della flessibilità in entrata è stato fatto molto per ridurre quella che potremmo chiamare flessibilità cattiva. Gli ultimi dati sulle assunzioni, relativi al terzo trimestre del 2013, mostrano che su 2,4 milioni di nuovi contratti, 1,6 milioni sono a tempo determinato, 400 mila a tempo indeterminato, 175 mila sono collaborazioni, 60 mila contratti di apprendistato, 80 mila intermittenti e 55 mila gli altri. Mi basta far notare che nel 2012 gli intermittenti erano 236 mila". In parte causa della crisi, aggiunge, "ma in ogni caso le forme super flessibili di ingresso nel mercato del lavoro sono state ridotte a favore del tempo determinato. Questo era uno degli obiettivi della riforma Fomero", "certamente si è ridotta la cosiddetta flessibilità meno tutelata. L’aumento dei contratti di apprendistato e a tempo indeterminato, su cui hanno influito anche le 35 mila assunzioni basate sugli incentivi che abbiamo varato da giugno, dimostra che qualcosa si sta muovendo anche nel mercato del lavoro, per quanto solo la crescita crea lavoro".

Giovannini dice di non credere che ci sia bisogno di una nuova riforma complessiva del mercato del lavoro: "E’ stata già fatta ed è considerata, anche a livello internazionale, una buona riforma, ma varata nel pieno della recessione. Molte correzioni le abbiamo fatte a giugno (apprendistato, lavoro a termine, ecc.), ma bisogna continuare. Non sarà facile visto che da una parte c’è chi, come Sacconi, pensa di tornare alla legge Biagi e chi dall’altra, come Landini, di tornare all’articolo 18 com’era prima. In ogni caso ben venga la discussione, anche sulla semplificazione delle norme, su cui inizieremo ad intervenire da gennaio, come indicato nel piano Destinazione Italia". In merito al monitoraggio sull’applicazione della legge Fornero spiega che "appena nominato ho costituito un apposito comitato (la cui partecipazione è gratuita) ea gennaio ci sarà il primo rapporto, ma molti dati sono già stati diffusi in questi mesi".

Sulla proposta di Renzi di una legge per misurare la rappresentatività dei sindacati sottolinea: "Su questo il governo è stato chiaro: spetta alle parti definire tra loro le intese, come sta avvenendo; poi, se sarà necessario, interverremo". E sulla partecipazione dei sindacati nei cda delle aziende dice: "Il Parlamento deve votare la riattivazione della delega al governo per disciplinare questa materia e nella legge di Stabilità è stato costituito un fondo per sconti fiscali a favore dei dipendenti che acquistano azioni della propria azienda. t il primo passo in quella direzione". Sulla possibilità di sostituire l’attuale cassa integrazione con un sussidio di disoccupazione uguale per tutti il ministro afferma: "Se si vuole discutere di come estendere l’attuale Aspi va bene e ho già concordato con le parti sociali che a gennaio inizieremo a discuterne. Ma vorrei anche ricordare che nel 2014 partirà la sperimentazione del sostegno per l’inclusione attiva (una sorta di reddito minimo) per aiutare chi è in stato di povertà, il che rappresenta un passaggio storico nel nostro sistema di welfare. Riforma degli ammortizzatori e sostegno alla povertà devono andare insieme". Il ministro interviene anche sul cuneo fiscale: "Accanto alla riduzione del cuneo abbiamo introdotto sgravi contributivi a favore di assunzioni di giovani, donne, disoccupati, over 50 per oltre un miliardo. Anche questi sono sconti per chi crea lavoro".