“Un’uscita unilaterale dell’Italia dall’euro sarebbe un casino, ma questa Europa e questa moneta devono cambiare”. Lo afferma Matteo Salvini in una intervista al Sole 24 Ore. E sulla Grecia il leader della Lega Nord dice: “Nell’immediato mi auguro un accordo, purché questo si fondi sulla consapevolezza che dal giorno dopo ci si siede tutti a un tavolo e si avvia una profonda rifondazione dell’Europa. Tutti i dati economici dicono che così il sistema esplode, anche la Germania sta rallentando. Non si può andare avanti così".
"Se fossi greco voterei no, perché i popoli non si possono umiliare", "ci sono due torti che si confrontano. Un torto europeo, perché non si può portare mezzo continente alla fame; e un torto della Grecia, perché ha speso quello che non aveva, ha truccato i conti, ha promesso con Tsipras l’impromettibile. Ora serve buon senso da parte di tutti", "da cittadino italiano spero che si arrivi a un’intesa e che la Grecia non salti. Lo spero anche perché senza chiederci il permesso il governo italiano ha prestato alla Grecia 50 miliardi, tra fondi diretti e indiretti. Per noi quindi sarebbe un grave danno".
EURO DA RIFARE Ancora sull’euro: "Questa moneta non funziona. Non è una battaglia di Salvini, sono i numeri che parlano chiaro. E’ un esperimento fallito. Una moneta comune per 19 paesi diversi, con sistemi fiscali diversi, non può funzionare. Hanno costruito la casa dal tetto, non sta in piedi. Non è un caso che i Paesi europei che sono cresciuti di più sono quelli che non hanno l’euro" ma – ribadisce – "l’uscita unilaterale dell’Italia sarebbe un casino. Noi stiamo valutando diverse soluzioni: dall’euro a due velocità, all’introduzione di monete per aree più omogenee. Bisogna mettersi intorno a un tavolo e proporre un’Europa diversa. Un tavolo con tutti quelli che ci stanno. Riconosciamo gli errori e pensiamo, da subito, a costruire il domani dell’Europa. Ma se la Ue si ostina a difendere l’euro così come è, siamo anche pronti a uscire dall’Europa. Stiamo vivendo un dramma economico, non si può andare avanti con vincoli e regole che ci strozzano".
FLAT TAX AL 15% Il leader del Carroccio sostiene di non vedere segnali di ripresa: "La disoccupazione è ferma, nei primi 4 mesi hanno chiuso 20mila esercizi commerciali, l’unico settore della distribuzione che cresce sono i discount. Vede, per fare ripresa serve coraggio e Renzi ce l’ha solo a parole. A cominciare dal fisco", "occorre una rivoluzione fiscale: noi proponiamo una aliquota fiscale unica al 15%, mantenendo poi una progressività attraverso le deduzioni. Costerebbe 40 miliardi, che potremmo recuperare con la conseguente emersione del sommerso e con il rientro di attività oggi dislocate all’estero", "Berlusconi ritiene più realistica una aliquota al 20%, vediamo, l’importante è che su questo parta la discussione". E sulle coperture sottolinea: "Noi stimiamo un sommerso a 400 miliardi. Comunque le ripeto, sui dettagli si può discutere. Per noi la tassa unica è fondamentale per ripartire".
ABOLIRE FORNERO Il Matteo padano torna a proporre la cancellazione della legge Fomero sulle pensioni: “E’ una legge indegna, iniqua e irrispettosa. Ha violato i diritti acquisiti. Ci sono 50mila esodati senza risposta. Va sicuramente anticipata l’età del ritiro. Con la Fornero siamo il paese europeo che va in pensione più tardi. Mi sta anche bene prendere una proposta della sinistra, di Damiano, la legge 857 che è in Parlamento. Prevede di riportare l’età a 62 anni, lui dice con penalizzazioni, io dico con un meccanismo diverso. Ma partiamo da lì".
Il leader della Lega Nord aggiunge: "Se la gente non lavora, cosa me ne faccio dei conti in ordine? Con i disoccupati a casa non si va da nessuna parte" e "se tengo milioni di lavoratori in tarda età legati al loro posto di lavoro tolgo spazio ai giovani. Preferisco far lavorare uno più giovane e più motivato, mandando in pensione una persona a 62 anni".
TASSARE LA PROSTITUZIONE "Abolisco la legge Merlin e con gli introiti della tassa sulla prostituzione investo negli asili". "Contesto che dal primo settembre stanno a casa 70mila insegnanti che sono lì da 15 anni e si dà precedenza a chi non ha esperienza. Ma la scelta di dare responsabilità, di premiare, di attribuire autonomia mi piace. Non sto certo con la Cgil che contesta ogni cambiamento. Credo anche in una robusta contaminazione pubblico-privato".
IMMIGRATI Sull’immigrazione inoltre sottolinea: "Il problema ora è fermare il flusso. Ma l’immigrazione regolare è un valore aggiunto. Sapremo sicuramente gestirla meglio di Alfano".
RENZI HA FALLITO "Le ricette di Renzi hanno fallito e la verità sta venendo a galla. Perciò come Lega ci prepariamo a governare l’Italia con le nostre proposte", "non vedo l’ora di governare". Quindi sottolinea: "Le scelte sbagliate di Renzi portano a questo. La situazione dell’economia sta peggiorando. Lo dico con dispiacere. Ma è il frutto di politiche sbagliate. Un anno fa Renzi era al 40 per cento, ora è tutto cambiato. Renzi non cadrà per noi, sarà lui a far cadere se stesso. Si è circondato di mediocri e ha troppi nemici. L’uomo solo al comando non regge, anche perché è consigliato poco e male in materia economica". Ci saranno le elezioni nel 2016? "Penso di sì". E su un suo ruolo per la leadership del centro-destra dice: "L’hanno chiesto gli italiani, non io. Lo hanno chiesto i veneti, i liguri, i toscani, gli umbri che sono andati a votare per noi alle ultime elezioni. Noi ci siamo. Siamo pronti".
“TREMONTI AL GOVERNO? NON CON ME” Sul passato della Lega Nord al governo dice: "Il problema è che non siamo mai andati fino in fondo, non abbiamo avuto forza e coraggio. La rivoluzione liberale si è fermata. Abbiamo fatto certamente degli errori. Se facevamo quello che avevamo promesso saremmo ancora al governo. Anzi alcuni vincoli li mise lo stesso Tremonti". Ed esclude che l’ex ministro dell’Economia con la Lega Nord possa tornare al governo: "Non con me". Quindi aggiunge: "La nostra economia è un mix, siamo per l’intervento dello Stato dove serve. Sulle municipalizzate, per esempio, sono contro le generalizzazioni: quelle in perdita vanno chiuse, ma ce ne sono molte che sono dei gioielli. Voglio che si tolgano i vincoli, ma ritengo che in alcuni settori strategici, dall’Eni, all’Enel alla Finmeccanica, lo Stato debba mantenere il suo ruolo, anzi temo svendite suggerite dall’Europa".
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