L’Expo puo’ essere un’occasione per far conoscere ai turisti il patrimonio naturalistico dell’Italia, e Federparchi e’ pronta a non farsela sfuggire. Durante i mesi dell’esposizione milanese, nei parchi dello Stivale prendera’ vita ”Expo sui territori”, un’iniziativa sostenuta dal ministero dell’Ambiente che animera’ le aree verdi sul tema ”Nutrire il Pianeta, energia per la vita”.
”Vogliamo promuovere la qualita’ italiana sui due capisaldi dell’Expo, cioe’ l’ambiente, con la tutela della biodiversita’, e l’alimentazione con i prodotti agroalimentari dei parchi”, spiega il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri.
L’Italia detiene il primato della biodiversita’ europea con oltre 67mila specie di piante e animali, circa il 43% di quelle presenti nel Vecchio Continente, e compito dei parchi, che si estendono per 3 milioni di ettari occupando il 10% della Penisola, e’ quello di tutelarla dalle crescenti minacce: inquinamento e riscaldamento globale, degrado degli habitat e introduzione di specie aliene invasive, pesticidi agricoli e allevamenti intensivi.
Sul fronte agroalimentare, il database dell’associazione dei parchi conta 31 Dop, dal miele delle Dolomiti bellunesi all’olio extravergine delle Colline pontine alla melanzana rossa di Rotonda nel parco del Pollino, e 11 Igp, tra cui la Castagna Cuneo e il marrone del Mugello. Ci sono poi 35 vini e spumanti Doc, come l’Erbaluce di Caluso e il Lacryma Christi del Vesuvio, 8 Igt e e 2 Docg, Gavi e Montepulciano d’Abruzzo.
I Prodotti agroalimentari tradizionali (Pat) sono piu’ di 370, dal grano Solina al farro del pungolo di Acquapendente, diversi salumi e tartufi, marmellate e formaggi, pani e pizze, a cui si aggiungono prodotti da agricoltura biologica e presidi Slow Food. L’Expo, dunque, potrebbe dare visibilita’ anche alla natura italiana e fare da volano per il turismo, che nei parchi sembra difendersi bene.
”I dati del 2014 non sono ancora disponibili, ma la sensazione e’ che si confermi il trend indicato nel settembre scorso da un rapporto di Unioncamere, cioe’ che – spiega in conclusione Sammuri – i parchi resistono un po’ meglio alla crisi, anche nel turismo, e al loro interno ospitano un numero di imprese gestite da under 30 e da donne maggiore della media nazionale”.
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