E’ tutto politico il nodo che il Governo dovra’ sciogliere entro venerdi’ e che riguarda gli interventi per il 2013, tra cui una ”manovrina” di aggiustamento dei conti, la copertura di spese come le missioni all’estero e la Cig in deroga e, soprattutto, l’Iva e la seconda rata dell’Imu. Al Tesoro sono pronte diverse ipotesi di copertura, che pero’ significano tagli che colpiscono una o l’altra categoria. Di qui il braccio di ferro ancora aperto all’interno della maggioranza, mentre Confindustria e sindacati propongono una agenda completamente diversa, sulla quale sperano di essere ascoltati almeno nella Legge di Stabilita’ per il 2014, e su cui il premier Enrico Letta li ha rassicurati. Il vero nodo e’ il confronto con Bruxelles. Tanto che il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni volera’ lunedi’ prossimo nella capitale belga per incontrare il presidente della Ue Herman van Rompuy, in un incontro previsto da tempo che assume pero’ rilievo dopo il cdm di venerdi’ e in vista dell’arrivo della Legge di Stabilita’. ”Qualsiasi discussione su Iva e Imu – ha detto il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta – diventa inutile se prima non risolviamo la questione del rientro nel 3% del deficit”.
Servono ”1,6-1,5 miliardi con soluzioni strutturali che convincano l’Europa. Se dovesse ripartire la procedura di infrazione per deficit saremmo in ginocchio”. Baretta poi ha fatto ”l’elenco della spesa”: oltre al quel 1,6 miliardi di ”manovrina” servono ”400 mln per le missioni militari, 1 mld per rinviare di tre mesi l’aumento Iva”, forse 500 milioni per l’ultima coda della Cig, e infine la copertura della seconda rata dell’Imu. ”Questa lista – ha detto – e’ impegnativa e imporra’ una scelta con una selezione di priorita”’. E’ il braccio di ferro dei giorni scorsi con un pressing del Tesoro a rinunciare o all’Iva (cosa sgradita sia a Pd che a Pdl) o all’Imu per i redditi piu’ altri (sgradita al Pdl). Comunque sulle scelte nella ”lista della spesa” il premier Letta, oggi a New York, non si e’ espresso, indicando solo il rientro nel 3% del deficit come sicuro.
Un aiuto potrebbe arrivare dalla delega fiscale licenziata oggi, mercoledì 25 settembre, dalla Camera. Se il Senato l’approvera’ prima della Legge di Stabilita’ (cioe’ il 15 ottobre), il governo, come ha suggerito Daniele Capezzone (Pdl), potrebbe emanare subito alcuni dei decreti attuativi: si potrebbe allora varare la riforma dell’Imu in ”service tax”, prevedendo a dicembre un acconto della prima rata. Ipotesi avanzata da alcuni giornali e che Baretta ha detto che il Tesoro ”non ha ancora preso in considerazione”.
Altra ipotetica fonte di finanziamento un aumento dell’accisa della benzina di 4 centesimi che, secondo fonti del settore, darebbe un gettito di 1,5 mld. Ma anche qui si evita di innalzare una imposta (Iva) per aumentarne un altra. Alla fine ci sono sempre i famigerati tagli lineari su alcune voci di spesa, piu’ indolori per l’opinione pubblica, ma che vanno a colpire alcune categorie: si parla di blocco del turn over o simili. Sul tavolo anche un taglio alle agevolazioni fiscali per le societa’ immobiliari e i Fondi di investimento, che darebbero 500 milioni, come suggerisce Confedilizia e il Pdl. Se per il 2013 si cerca di tagliare Iva e Imu, Confindustria e sindacati, che oggi si sono incontrati, sollecitano per la legge di Stabilita’ 2014 un taglio di tasse sul lavoro, come per altro insiste l’Ue (e come prevede anche la delega fiscale), secondo la quale bisogna tassare di piu’ consumi (Iva) e patrimonio (Imu) e meno il lavoro.
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