Le banche italiane rafforzano la raccolta e i depositi ad agosto ma tagliano ancora i prestiti alle imprese e continuano a scontare una sempre piu’ crescente massa di sofferenze, giunte oramai stabilmente ben oltre i 110 miliardi di euro. Nel frattempo gli istituti di credito limitano limano leggermente la mole dei titoli di stato in portafoglio, che passa da 317 a 316 miliardi di euro, piu’ della meta’ dei quali Btp.
Gli ultimi dati della Banca d’Italia confermano quelli stimati dall’Abi di una quindicina di giorni fa e le parole del presidente della Bce Draghi di giovedi’: il sistema bancario sta ricominciando a ‘stipare fieno in cascina’ specie nella componenti depositi (+3,5%) ma contemporaneamente si riducono i prestiti alle imprese (-1,9%) e frena la crescita di quelli alle famiglie (+0,4 contro il precedente +0,6%). La differenza fra raccolta e impieghi rimane pero’ notevole, perche’ il sistema italiano raccoglie 1691 miliardi e ne impiega 1936. Anche considerando un calo continuo dal lato della domanda delle imprese, delle famiglie e della Pa (dovuto alla recessione) mancano cosi’ quasi 300 miliardi che non si riescono piu’ a raccogliere sui mercati internazionali o sull’interbancario per via della crisi del debito sovrano mentre i fondi Bce sono solo a breve termine (3 anni). Senza una ‘normalizzazione’ del mercato si rischia in prospettiva un fortissimo taglio degli impieghi, spiegano banchieri e analisti, un ‘credit crunch’ con effetti ancora piu’ depressivi per l’economia e per questo occorre una soluzione. L’ultimo a invocarla e’ stato il presidente di Mps Alessandro Profumo giorni fa mentre il numero uno di Cdp Franco Bassanini chiede che, ad esempio, la Bce porti a 6-9 anni le aste Ltro. Un primo effetto delle azioni di Francoforte e del calo dello spread si e’ comunque avuto sui tassi. Secondo la Banca d’Italia i tassi d’interesse sui nuovi prestiti erogati alle societa’ non finanziarie sono diminuiti al 3,34% rispetto al 3,61 di luglio. I tassi d’interesse sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono stati pari al 4,21 per cento (4,23 nel mese precedente).
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