La Santa Sede impone un maggiore controllo, rendendole piu’ rigide e in qualche modo piu’ ‘centralizzate’, sulle procedure per le nuove assunzioni nei dicasteri e nei vari enti vaticani. Dal primo novembre prossimo, infatti, viene istituita presso la Segreteria di Stato una nuova Commissione, presieduta dall’assessore per gli Affari generali mons. Peter Bryan Wells e composta da almeno 5 membri indicati dai principali dicasteri, che valutera’ tutti i nominativi, sia di laici che di prelati, proposti per assunzioni o incarichi negli organismi vaticani, siano essi Congregazioni, Pontifici Consigli o altri enti tecnici.
Una sorta di ‘commissariamento’, che intende combattere sia forme di favoritismi o ‘nepotismi’, sia l’inserimento di personale che poi si dimostri inadeguato ai compiti. E non e’ un caso che la nuova ‘stretta’ avvenga proprio all’indomani di un processo in cui un maggiordomo ‘infedele’ e’ stato condannato a un anno e mezzo di carcere per il furto di documenti del Papa.
Il nuovo organismo che viene creato – stando a quanto riferiscono fonti vaticane ben informate – appare come qualcosa di piu’ di una semplice Commissione di controllo e valutazione. In altre parole, nessun dicastero o ente vaticano potra’ piu’ assumere personale direttamente. La struttura interessata all’assunzione o all’affidamento dell’incarico dovra’ farne richiesta alla Commissione, che raccogliera’ tutte le domande di chi vorra’ lavorare in Vaticano. La Commissione proporra’ una ‘terna’ di nomi. In caso di bocciatura della ‘terna’, se ne presenta’ una seconda. Nel caso poi di una ulteriore bocciatura dei nomi proposti, sara’ la Commissione stessa a procedere autonomamente all’assunzione, con una scelta fatta a propria discrezione.
Ai singoli dicasteri resta quindi una facolta’ di ‘scelta’ dei nominativi, ma il vero potere sul reclutamento di personale viene centralizzato presso la Segreteria di Stato. Addio quindi alle assunzioni facili di ‘amici degli amici’, oppure di congiunti e raccomandati. O meglio, tutto passera’ comunque sotto il controllo del piu’ alto organo della Curia vaticana. E la supervisione non riguardera’ solo i nuovi dipendenti ‘laici’, ma anche tutti gli incarichi che in Vaticano saranno affidati a prelati. Tutto, insomma, passera’ attraverso le strette maglie della nuova Commissione presieduta dall’americano Wells, quindi direttamente sotto l’egida del cardinale Tarcisio Bertone e dei suoi diretti collaboratori.
Il tutto avviene dopo che il caso ‘Vatileaks’ e l’azione dei veri o presunti ‘corvi’ hanno scosso dalle fondamenta l’assetto di governo della Chiesa, cosi’ come le dinamiche interne della Curia, imponendo quanto meno forme piu’ dirette di controllo anche sui nomi di chi ogni giorno entra negli uffici vaticani.
Peraltro, mentre l’ex maggiordomo papale, Paolo Gabriele, medita agli arresti domiciliari sui furti e sulla diffusione di documenti che gli sono costati la condanna, per quanto mite, pende ancora l’altro processo a Claudio Sciarpelletti, tecnico informatico della Segreteria di Stato, accusato di favoreggiamento. Il giudizio-stralcio riprendera’ dopo la pausa imposta dal Sinodo dei Vescovi, quindi a novembre, e non e’ detto che anche da li’ non vengano nuove rivelazioni sui ‘veleni’ che circolavano di stanza in stanza nei Sacri Palazzi.
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