Una speranza per Genova – di Mario Galardi

Il presidente della Liguria Giovanni Toti (Forza Italia), in concerto con il presidente della Lombardia Roberto Maroni (Lega Nord), per ridurre gli attuali lunghi tempi di percorrenza tra Genova e Milano, sta promuovendo un treno che collegherà le due città senza soste intermedie. L’iniziativa di Toti sembra l’uovo di Colombo. Evitando le soste a Tortona, Voghera e Pavia (i cui residenti avranno altri treni a disposizione) si risparmieranno molti minuti e il tempo di percorrenza potrà essere ulteriormente limato con alcuni interventi sulla linea attuale, in attesa del terzo valico che sarà la soluzione definitiva.

Se come al solito i contestatari non metteranno un bastone tra le ruote, Genova e ci auguriamo anche la Riviera potranno essere collegate con Milano in tempi quantomeno decenti, invece della scandalosa lentezza a cui la Liguria è condannata in primo luogo dalla sua orografia e, da decenni, dalla indisponibilità delle amministrazioni di sinistra a porvi rimedio.

Se si riuscirà a migliorare il collegamento tra Genova e Milano, tutti dovrebbero rallegrarsi. Ma il sindaco di Genova Marco Doria (di Sel, già Pci e Rifondazione Comunista) si è affrettato a criticare aspramente l’iniziativa, affermando che la soluzione per Genova esiste già e si chiama Terzo Valico.

La spudoratezza di certi politici di sinistra è realmente intollerabile, ed è una sfacciataggine che il sindaco voglia far sembrare suo un progetto per il quale, grazie agli intoppi posti in passato proprio dalla sinistra, occorrerà attendere fino al 2020 o forse più.

Da venticinque anni a questa parte, ogni volta che si è parlato di terzo valico ferroviario o di una nuova gronda autostradale, sono scesi in piazza a protestare i contestatari con le bandiere rosse e arcobaleno, che appartengono alla parte politica di Doria.

Per i lettori che non conoscono le vicende liguri, è bene ricordare che del terzo valico si iniziò a parlare nel lontano 1991. Si tratta del nuovo collegamento ferroviario attraverso l’Appennino, che fa parte del Corridoio 5 europeo, destinato a velocizzare i movimenti su rotaia di merci e passeggeri, e che è indispensabile per Genova, la Liguria e per l’intero Paese.

Le lungaggini amministrative e burocratiche in Italia sono incredibili. Hanno voce in capitolo una miriade di enti, comitati, conferenze, autorità, ministeri, che rendono impossibile sviluppare un’opera importante in tempi non diciamo brevi, ma almeno accettabili. Passati dieci anni, fu il CIPE del governo Berlusconi, il 21 dicembre 2001, a dare il via al progetto, il quale è sempre stato osteggiato non solo dalle frange estremiste dei no-tav, ma anche dagli stessi governanti di sinistra.

Occorre infatti ricordare, anche all’ineffabile sindaco Doria, che nel 2006 il ministro delle Infrastrutture Di Pietro (governo Prodi) dichiarò che per l’opera non esistevano i fondi. E fu l’allora presidente della Liguria Burlando (PD) a rincarare la dose, affermando che, invece del terzo valico, si sarebbe potuto privilegiare il collegamento con Marsiglia. Il che sarebbe come se Parma volesse promuovere il jamón iberico. Senza considerare il fatto che sulla linea da Genova alla Francia – sembra incredibile ma è vero, amara terra mia, amara e bella – al giorno d’oggi esiste ancora un tratto a senso unico alternato.

Fu poi nel 2008 il governo Berlusconi a riconfermare la necessità e la priorità dell’infrastruttura. Fino ad arrivare, l’11 novembre 2011, alla firma tra il General Contractor e le Ferrovie dello Stato e quindi al via formale dei lavori il 2 aprile 2012.

Fortunatamente ora la Liguria ha un governo di centrodestra e ci auguriamo che si possa realizzare subito un collegamento migliore con Milano, e vigilare affinchè i lavori del terzo valico non vengano nuovamente ostacolati o addirittura sabotati dai "democratici" no-tav, e purtroppo osteggiati anche dal M5S.

A dire dei grillini, dato che con il collegamento di alcuni treni passeggeri senza soste intermedie, promosso da Toti, si riduce di un poco il tempo di percorrenza, il terzo valico è inutile. Il che sarebbe come a dire che se nel vecchio pantalone consumato si può mettere una pezza, uno nuovo non è più necessario.

L’opera è invece indispensabile, perchè la serpentina linea attuale, datata 1853, con pendenze e raggi di curvatura improponibili ai treni moderni, è insufficiente ai traffici attuali delle merci e dei passeggeri, e a maggior ragione lo sarà per quelli futuri. Attualmente i treni più veloci, per collegare due città che sono distanti 120 chilometri, tardano un’ora e mezza. Un vero treno veloce dovrebbe impiegare non più di mezz’ora. E non si tratta solo di tempi di percorrenza, ma di capacità di trasporto.

Che l’opera non la vogliano capire ed accettare i contestatari no-tav, non ci fa meraviglia. Da loro non potremo mai attenderci qualcosa di buono. Dispiace però che siano contrari anche i grullini, che proprio non riescono ad avere un’idea giusta in testa.