Pier Ferdinando Casini – che con Lorenzo Cesa sarà a Bucarest, il 17 e il 18 ottobre, per partecipare ai lavori del Congresso del Ppe Bucarest, presso il Palazzo del Parlamento -, alla presentazione a Montecitorio del libro ‘La storia dell’Italia non è finita’, di Ciriaco De Mita, ha ricordato di avere “sempre criticato il bipolarismo" ma "oggi va di moda una certa nostalgia". "Non ho mai ritenuto – ha proseguito il leader Udc – l’esperienza del governo Monti una cosa da cui tornare indietro, ho sempre detto che dopo Monti niente è più come prima. Ci illudevamo". "Pensavo – ha sottolineato – che si potesse far tesoro degli errori che hanno caratterizzato quel bipolarismo per evitare di ricaderci mani e piedi, ma temo che ci sia una grande voglia di rimuovere quello che è stato Monti, non per i singoli provvedimento che sono sempre migliorabili. Questo passaggio politico ha espresso la virtù di vedere cosa ci univa piuttosto che cosa ci divideva. Se si allestiscono però le stesse armate che hanno caratterizzato i peggiori momenti della seconda repubblica, il rischio è che si rimuova Monti e si ritorni a quello che ci ha danneggiato". "Il fallimento della seconda repubblica nasce dove è fallita la prima. La Prima ha visto i partiti distrutti, si è pensato potessero essere sostituiti da qualcosa di diverso come il partito personale, carismatico o l’evocazione populista. Il problema sta tutto lì: guai a rifare gli errori del passato. Il problema non è che i partiti sono inutili o che vanno soppressi, il problema è che non ci sono. Bisogna ricostruire una militanza politica ricostruendo i partiti politici che non esistono".
“Noi che facciamo politica per passione, dovremmo essere risarciti da chi dice che chi fa politica sono tutti ladri e consente alla gente di pensarla così. La realtà è francamente diversa”, ha precisato Casini: “Credo che non possa rinunciare alla politica chi la ama veramente. Il vero padrone della politica e dei suoi destini e’ il popolo, il nostro padrone e’ il suffragio universale. Sono molto importanti i pareri degli opinionisti, degli uomini di cultura e dei giornalisti, ma il nostro padrone e’ il suffragio universale”. “Parlo di noi – ha detto Casini – delle persone che amano la politica, che non hanno vinto un concorso universitario. Noi rispetto ad altri ambiti di impegno abbiamo la particolarita’ che ogni qualche anno facciamo un tagliando e restituiamo il nostro destino al popolo”. Secondo Casini “in troppi si servono della politica invece che servirla”.
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