Uscito di scena Nicolas Sarkozy, il leader Ue piu’ odiato in Turchia, fra Ankara e Parigi scoppia il disgelo, con un primo colloquio oggi a Rio de Janeiro al vertice Onu sullo sviluppo sostenibile fra il premier turco Recep Tayyip Erdogan e il nuovo presidente francese Francois Hollande. Subito dopo l’incontro, ha annunciato il capo della diplomazia di Ankara Ahmet Davutoglu, Erdogan ‘ha dato ordine’ di revocare le sanzioni decise contro la Francia in dicembre dopo l’adozione al parlamento di Parigi di una legge – poi bocciata dalla corte costituzionale – sul genocidio armeno del 1915. Un massacro che la Turchia non ha mai riconosciuto.
Sotto Sarkozy, che era andato avvicinandosi in vista delle presidenziali alle posizioni dell’estrema destra contro ogni ipotesi di adesione turca all’Ue, era sceso il gelo sulle relazioni fra i due grandi paesi – prima e quarta economia del Mediterraneo, sesta e 16ma del pianeta -. Dal 2010 le trattative avviate nel 2005 per l’adesione di Ankara all’Ue – solo 13 capitoli su 35 aperti – si erano bloccate sulla crisi cipriota e per il veto di Parigi. L’affaire del genocidio armeno aveva ulteriormente amplificato la collera turca. La sconfitta di Sarkozy e la vittoria di Hollande hanno quindi scatenato l’entusiasmo di Ankara. Erdogan e’ stato fra i primi a chiamare il neo-presidente per congratularsi. E nell’incontro di oggi il premier turco e’ stato tutto sorrisi e miele. Ha invitato Hollande in visita di stato in Turchia, la prima da 20 anni di un presidente francese. Dai tempi cioe’ di Francois Mitterrand, padrino politico dell’attuale presidente, innamorato della Istanbul di allora. Hollande secondo la stampa turca ha accolto l’invito. Erdogan ha anche promesso l’immediata revoca delle ‘sanzioni del genocidio’ (richiamo dell’ambasciatore a Parigi, stop alla cooperazione bilaterale e internazionale con la Francia, chiusura dei porti alle navi militari francesi).
Una promessa subito mantenuta. ‘E’ un buon inizio’ ha sottolineato Davutoglu, annunciando che sara’ a Parigi per parlare di ‘normalizzazione’ con il collega francese Laurent Fabius, alla vigilia dell’incontro del nuovo vertice diplomatico sulla Siria previsto il 6 nella capitale francese. E da Bruxelles e’ venuta subito la conferma anche del cambiamento di rotta di Parigi. I 27 oggi hanno deciso di avviare trattative con Ankara sull’abolizione dei visti per i cittadini turchi: e’ la grande priorita’ del momento per la Turchia, che denuncia una ‘disciminazione’ al riguardo nei confronti degli altri paesi candidati. Non c’e’ stato veto francese. Ankara spera ora in un rilancio delle trattative di adesione all’Ue rapido, o quanto meno il piu’ rapido possibile. Cioe’ dopo il semestre di presidenza cipriota dei 27, da luglio a dicembre. La Turchia – che dal 1974 occupa il nord dell’isola, dove ha sempre 40mila soldati – rifiuta di riconoscere il governo legale di Nicosia e ha annunciato che boicottera’ il suo semestre di presidenza. Confermando cosi di fatto pero’ che il nodo cipriota dovra’ essere sciolto, con il suo contributo, prima di una futura adesione all’Ue.
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