I sindaci no Tav della Val Susa tornano domani a manifestare il loro dissenso alla linea ad alta velocita’ Torino-Lione. Ma intendono farlo per ribadire che il loro e’ un modo democratico per manifestare il loro dissenso, e dunque la loro manifestazione sara’ anche per dire no ai violenti. La manifestazione partira’ dal campo sportivo di Giaglione per arrivare fino a Chiomonte, dove ha sede il cantiere della linea ferroviaria in costruzione.
Il corteo e’ stato organizzato al termine di una settimana di tensioni cominciate la notte di venerdi’ scorso, quando nuovi incidenti si erano verificati tra forze dell’ordine e attivisti no-tav. Agli scontri avevano assistito anche i magistrati della procura di Torino Andrea Padalino e Antonio Ribaudo. In seguito a quegli incidenti 7 attivisti erano stati arrestati. Il gip aveva successivamente disposto per 6 di loro i domiciliari, uno era stato scarcerato. In settimana, poi, il senatore del Pd Stefano Esposito, tra i piu’ attivi sostenitori della Tav, ha denunciato di aver ricevuto a casa sua a Torino una lettera di minacce firmata con una stella a cinque punte simile a quella delle Br. ”Non ho paura, si facciano vedere invece di stare nascosti dietro alle loro maschere antigas”, aveva dichiarato Esposito. Solidarieta’ nei suoi confronti era stata espressa da (quasi) tutto lo schieramento politico. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, gli aveva telefonato per ribadirgli che ”gli schemi di violenza e gli atti intimidatori non possono essere considerati espressioni del dissenso, ma rappresentano soltanto gesti pericolosi e scomposti”.
Nello stesso tempo, pero’, la tensione e’ tornata a farsi sentire oggi a Torino, fuori da Palazzo di Giustizia. All’interno era in corso l’interrogatorio di una militante. Alcuni attivisti hanno cercato per questo di esporre uno striscione di solidarieta’ nei suoi confronti. Le forze dell’ordine sono intervenute per impedirlo. Vi sono stati momenti di tensione, alcuni attivisti hanno denunciato di essere stati aggrediti. I sindaci della Valsusa domani tornano in piazza per tutto questo: per cercare di dire, democraticamente e pacificamente, per quali ragioni loro sono contrari all’opera, ma non vogliono violenti tra loro.
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