Una vicenda ”dai profili giudiziari inquietanti”. Cosi’ il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, definisce la vicenda del metodo Stamina, mentre la commissione Sanita’ del Senato annuncia oggi l’avvio di un’indagine conoscitiva in merito. Una storia dai molti interrogativi, quella legata al presidente di Stamina Foundation Davide Vannoni, sulla quale sono giunte nuove rivelazioni: non ci sarebbero cellule staminali nelle infusioni effettuate ai pazienti secondo il metodo Stamina, come invece sostenuto dall’ideatore del protocollo. A questa conclusione – secondo quanto pubblicato sul quotidiano La Stampa – sono giunti i carabinieri dei Nas ed il comitato scientifico nominato dal ministero della Salute. Nuovi dati che spingono ricercatori ed esperti di staminali a chiedere di bloccare i trattamenti in atto.
Tra i rischi legati al metodo vi e’ anche quello di contrarre il morbo della mucca pazza, mentre "la popolazione cellulare che si ottiene – afferma il comitato – non e’ purificata, non e’ omogenea, non e’ una popolazione di cellule staminali". Inoltre, sempre per il comitato, non c’e’ nulla che dimostri la trasformazione delle cellule del midollo osseo in cellule neuronali con finalita’ terapeutiche. I dati fanno anche riferimento ai verbali del 2012 successivi alla chiusura dei laboratori degli Spedali civili di Brescia dove si coltivavano le cellule Stamina, a seguito della visita ispettiva dell’Agenzia italiana del farmaco.
Netto il giudizio di vari esponenti del mondo scientifico: il genetista Bruno Dallapiccola ribadisce che il metodo e’ ”senza basi e pericoloso”; l’esperto di staminali Michele De Luca chiede di bloccare i trattamenti in atto per tutelare i pazienti; la senatrice Elena Cattaneo definisce la vicenda ”testa di ponte di ‘ciclopici interessi”’, mentre l’esperto Paolo Bianco definisce ”incomprensibile” il silenzio del ministro. Da parte sua, Beatrice Lorenzin ribadisce di non poter parlare del metodo Stamina perche’ legata a un vincolo di riservatezza, e sottolinea che ”bisogna dare una risposta definitiva in tempi brevi ai malati su questa vicenda che, ormai, ha assunto profili giudiziari inquietanti". Intanto, la presidente della commissione Sanita’ del Senato, Emilia De Biasi, annuncia che chiedera’ di acquisire ”tutta la documentazione possibile” per dare il via ad un’indagine conoscitiva, perche’ e’ ”doveroso portare a conoscenza dell’opinione pubblica il percorso molto discutibile del caso Stamina”.
Tutte posizioni respinte pero’ da Vannoni, che replica: ”Siamo al ridicolo. Il protocollo si basa su staminali molto pure, che sono caratterizzate e documentate presso gli Spedali Civili di Brescia. La conferma e’ contenuta nelle cartelle biologiche di ogni paziente presso la struttura”. Resta anche ‘l’apertura’ del direttore del dipartimento Ematologia dell’ ospedale di Pescara, Paolo Di Bartolomeo: "Le notizie di oggi non cambiano la posizione che ho assunto. Sono disposto a prendere in considerazione un’ipotesi di sperimentazione solo se lo staff di Stamina mi presenta un protocollo degno di questo nome”. Domani su L’Espresso, pero’, sara’ pubblicata una nuova inchiesta: rivela che Vannoni ha conferito "i diritti mondiali esclusivi" per l’utilizzo del suo metodo ad una societa’ svizzera.
Discussione su questo articolo