L’appuntamento era "al crocifisso", vicino a una missione per poveri, o nei luoghi abituali della prostituzione gay a Palermo. Arrivava in auto, caricava ragazzini tra i 15 e i 17 anni, regalava i soldi per le sigarette o per la spesa, prometteva loro smartphone costosi e li convinceva a prostituirsi. Faceva leva sui bisogni delle vittime – adolescenti cresciuti tra poverta’, ignoranza e degrado – le riempiva di sms, parlava di sentimenti, di amore. E tra un messaggio hard e l’altro assicurava che avrebbe pregato per loro. Una personalita’ complessa quella di padre Aldo Nuvola – il ”parrino” lo chiamavano usando un’espressione siciliana i ragazzini -, fermato oggi dalla Procura di Palermo per induzione alla prostituzione.
Non nuovo ad adescamenti di adolescenti, e’ stato condannato nel 2012 a un anno e mezzo di carcere, pena sospesa. La Curia gli ha tolto la guida della parrocchia di Regina Pacis, ma don Aldo e’ rimasto sacerdote a tutti gli effetti. E ha continuato a molestare ragazzini. Questa volta pero’ dall’indagine e’ venuto fuori anche il sospetto di un suo ruolo in un omicidio. La notte tra il 25 e il 26 aprile venne trovato il cadavere di un imprenditore, Massimo Pandolfo, anche lui abituale frequentatore di minorenni gay. Per l’omicidio fu fermato un diciassettenne. I carabinieri hanno accertato che il ragazzino, poco dopo il delitto, avrebbe chiamato proprio padre Nuvola. Dato confermato dall’assassino che ha raccontato di avere confessato tutto al prete. Ora gli inquirenti cercheranno di capire se il sacerdote abbia aiutato il minorenne nelle fasi successive all’aggressione.
”Che gli sembra che le persone sono tutte Berlusconi che gli danno 1.000 euro e 500 euro per una marchetta, – si sfogava con uno dei minorenni padre Nuvola criticando le pretese eccessive di un altro abituale frequentatore – gli devono dare 100 euro senza fare un c… ma tu lo sai quanto… quanto mi danno a me per un funerale?… un funerale dura un’ora… la predica, tutto sistemato, piripi’, piripi’…io sono laureato, ho due lauree…al celebrante, la persona piu’ importante, quello che fa il funerale danno 20 euro”. ”I ragazzi vengono scelti dall’indagato – si legge nel provvedimento di fermo – non a caso poiche’ questi si relaziona con soggetti tutti provenienti da ambienti degradati di Palermo, adolescenti che, in assenza di un controllo da parte delle famiglie e delle istituzioni scolastiche, sono soliti trascorrere le loro serate fuori casa e si prostituiscono o sono indotti a farlo in cambio di denaro”.
E lo spaccato di degrado e poverta’ in cui i minorenni adescati vivevano, tratteggiato dal giudice, e’ evidentissimo nelle conversazioni intercettate per mesi dagli inquirenti. Con le vittime disposte a tutto pur di rimediare 15 euro per comprare la spesa da portare a casa o una ricarica telefonica. Evidente anche la sudditanza psicologica di alcuni minori e il ”fascino” esercitato dal sacerdote su di loro. ”Me lo regali un rosario?”, gli chiede uno degli adolescenti. ”Questo e’ qua dentro in macchina da quattordici anni… t’immagini… questo cammina con me… quando io sono solo mi dico le preghiere… no te lo procuro… certo che te lo procuro”, risponde il prete. Che era pronto a dispensare benedizioni e a perdonare i ragazzini dopo le liti perche’ – era solito dire – ”come dice il Vangelo, chi piu’ ama piu’ si piega”.
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