Secondo Stefano Folli c’è una parte considerevole di italiani, quelli che alle ultime amministrative si sono astenuti, che non vogliono credere nella sinistra e non credono più nella destra, né come Pdl né come “Terzo Polo” e sono pertanto orfani in attesa di una risposta politica. Orfani molto determinati e voluminosi, che potrebbero costituire un blocco centrale nel panorama futuro della nostra nazione.
Questi italiani, che sebbene a denti stretti e nonostante i sacrifici, assegnano un 40% ancora di preferenze al governo Minti, sono pronti ad essere intercettati da un movimento che esprima serietà riformista e ferme convinzioni liberali, senza scatti populisti né disregolati climi economici.
Si è detto molte volte che questo ipotetico ma già robustissimo raggruppamento avrebbe come leader ideale Luca Cordero di Montezemolo che, con Italiafutura, ha realizzato, per ora, una associazione capace di esprimere le idee di una destra illuminata che è sempre stata nel dna della nostra Nazione.
Ora pare che, dopo molti dinieghi, la possibilità vi sia, perché è di oggi la sua dichiarazione, al Corriere della Sera, secondo cui “Italiafutura potrebbe anche diventare nei prossimi mesi un movimento politico a tutti gli effetti e presentarsi alle elezioni del 2013”.
"Questa svolta – ha detto Montezemolo – la discuteremo insieme alle tante persone che sono parte attiva dell’associazione e che dovrebbero fare la scelta, non facile, di mettersi in gioco intraprendendo un nuovo percorso di vita". Ed aggiunto “in quella sede discuteremo anche di leadership", facendo intendere, ma è facile credere per un intuibile gioco solo tattico, che lui potrebbe anche non essere il candidato.
"Su questo punto voglio essere ancora una volta molto chiaro – spiega l’ex presidente di Confindustria – non ho mai pensato che un mio eventuale ingresso in politica possa fare alcuna significativa differenza per il Paese. La situazione dell’Italia e’ tale da richiedere il passo in avanti di una nuova classe dirigente e forse di una nuova generazione (visto il disastro combinato dalla nostra), non di questo o di quel presunto superuomo. Quel che posso dire con certezza già oggi e’ che, se Italiafutura deciderà di presentarsi alle elezioni, lo farà rispettando i propri valori e le aspettative di profondo e autentico rinnovamento di chi vi ha preso parte".
Già molti giornali scrivono che è proprio Montezemolo “l’unica alternativa dei moderati”, mentre ritorna alla mente l’editoriale, appena prima del ballottaggio, di Pierluigi Battista, sempre sul Corsera, significativamente intitolato: “Italia Futura è un Partito? Forse meglio dirlo ora”.
Ragiona Battista dicendo, da gran saggio quale è sempre stato, che il voto amministrativo ha messo in mostra uno scenario di rovine: lo squagliamento del Pdl de-berlusconizzato, il disastro della Lega, l’inconsistenza del Terzo polo, lo sbandamento acefalo del Pd, l’appannamento della “narrazione” vendoliana, il dipietrismo messo in ginocchio dalla trionfale concorrenza grillina, la crescita vertiginosa dell’elettorato che si astiene, tra lo smarrimento, la paura e, talvolta, il disgusto.
I partiti che già ci sono non hanno più molto tempo per dimostrare all’elettorato di essere credibili e affidabili. E per quelli nuovi, o in via di formazione, incombono scadenze oramai troppo ravvicinate per lasciare tutto nel vago, lasciando che corrano le voci, ma senza mai compiere una scelta definitiva. Ora urge, ad appena 12 mesi da elezioni politiche vitali, che nessuno ponga dei forse e che tutti gli interessati siano chiari nei propositi e nelle strategie che intendono perseguire. Occorre quindi che Montezemolo sia ancora più netto e più chiaro, sciolga definitivamente ogni riserva e dica in modo aperto con quale programma pensa di incidere su un elettorato ormai deluso e impaurito e costruire l’”Italia Futura”.
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