Matteo Renzi trionfa alle primarie del Pd e sfiora il 70% dei consensi, Gianni Cuperlo si ferma al 18%, Pippo Civati, come spiega lui stesso, arriva, inaspettatamente, "quasi secondo" con il 14%. Le primarie per la segreteria del Pd vedono per la prima volta un ex democristiano arrivare a ricoprire il ruolo che fu di Enrico Berlinguer.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oggi ha espresso in una telefonata i suoi complimenti e auguri al sindaco di Firenze, “per il successo riportato nelle primarie del Partito Democratico – si legge in una nota del Quirinale – e per l’importante impegno che l’attende".
Anche Silvio Berlusconi ha chiamato Renzi, ieri, intorno alla mezzanotte: "Sei stato bravissimo. Spero che finalmente con te il Pd possa diventare un partito socialista liberale e di stampo europeo". Il leader azzurro sarebbe rimasto colpito dall’intervento fatto dal neo leader dei Democrat. Tant’e’ che prima della telefonata avrebbe definito il sindaco di Firenze un grande comunicatore.
L’INTERVENTO ”Basta alibi” non ce ne sono piu’ per nessuno perche’ ”quando milioni di italiani vanno a votare” questo ci dicono. ”Non ci hanno dato solo 2 euro ma l’idea che si puo’ credere nella cosa pubblica”. Matteo Renzi sale sul palco dell’Obihall a Firenze quando ormai i risultati sono chiari e dicono che oltre 1 milione 400 mila persone, ad oltre meta’ dello scrutinio delle schede, hanno scelto il suo nome per la guida del Partito democratico, un partito che lui non ha nessuna intenzione di portare a ”giocare nell’altro campo”, che se il risultato di oggi ”non segna la fine della sinistra ma di un gruppo dirigente”.
Nessun problema con l’esecutivo: ”forse useremo metodi un po’ spicci – dice mentre in platea sventolano bandiere del Pd e tricolori – ma non confondete l’ambizione di cambiare l’Italia con quella di cambiare un ministro o un governo. Sono tre mesi che i giornali scrivono che vogliamo cambiare dei ministri ma questo e’ secondario”. Quello che invece non e’ secondario, per niente, il nuovo segretario del Pd lo ribadisce quando attacca qualche vecchio ”neo centrista” che aveva brindato dopo la decisione della Consulta, ”gli abbiamo fatto andare di traverso la bottiglia” ha aggiunto. E poi ancora una volta i sindacati ai quali chiede di cambiare verso. "Non serve avere una tessera di partito per avere buona idea. Non dobbiamo piu’ vedere respingere chi sta fuori, come la gente respinta dai seggi. In un paese civile non puo’ bastare l’iscrizione al sindacato per fare carriera. Il sindacato deve cambiare con noi", e’ l’invito piuttosto deciso che lui rilancia forte di quasi il 70% dei voti.
Ora tocca alla sua generazione, a quella che con Civati 3 anni fa si trovo’ per la prima volta alla Leopolda: ”Caro Pippo chi lo avrebbe detto che in 3 anni saremmo stati maggioranza” ha detto pensando a quello che allora era un compagno di strada e che oggi ha corso contro di lui. Una persona che pero’ ringrazia come fa con Gianni Cuperlo e con lo stesso Gianni Pittella. Certo i tanti voti sono il segno ”che c’e’ da scardinare un sistema” e anche che ”nessuno e’ piu’ saggio di chi va a votare”.
Una risposta anche al V-Day di Beppe Grillo, ricorda ancora Renzi, con persone che magari, vincendo lo stesso disgusto dei grillini, ”sono andati ai seggi per il giorno della proposta, per dire che cosa vogliono fare per l’Italia”. Quello di Renzi e’ un successo oltre ogni aspettativa, per il quale lui ringrazia i tanti che gli sono stati vicini, primi fra tutti i figli, ”perche’ quando un papa’ o una mamma pensa anche agli altri bambini – dice – sta cercando di costruire un mondo piu’ giusto”. E dice grazie alla moglie Agnese ”lei sa il perche”’. La missione di prendere in mano il partito Renzi l’ha superata di slancio. Ora tocchera’ ad altri domandarsi come questo sia stato possibile. I renziani, corrente che da domani il segretario vuole sciolta, una risposta ce l’hanno: ”e’ l’uomo su cui il Partito democratico puo’ davvero puntare per tornare a vincere nel Paese, per riprendere la speranza” dicono molti dei presenti all’Obihall. Le stesse parole che Renzi ha usato tante volte nella sua campagna elettorale.
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