Sono indagati dalla procura di Roma per truffa ai danni dello stato i 36 piloti aerei che percepivano l’indennita’ prevista dalla cassa integrazione benche’ lavorassero regolarmente all’estero per altre compagnie, con uno stipendio oscillante tra i 13 e i 15 mila euro. Il fascicolo di indagine e’ passato da Civitavecchia alla capitale.
Al vaglio degli inquirenti la documentazione acquisita dal gruppo di Fiumicino delle Fiamme gialle e riguardante complessivamente un migliaio di posizioni. Il fascicolo processuale, aperto a Civitavecchia, e’ passato a Roma per competenza territoriale. Nella capitale esistono infatti almeno altri due procedimenti riguardanti fatti analoghi.
Per continuare a fruire degli ammortizzatori sociali – e’ l’accusa formulata dalla Guardia di finanza – i 36 piloti finiti sotto inchiesta fin dal 2009 avrebbero "dimenticato" di comunicare il nuovo lavoro all’Inps o presentato false dichiarazioni in cui sostenevano di non avere altri rapporti di lavoro.
L’Inps intanto fa sapere di avere chiesto già tre anni fa, con una lettera al ministero degli Affari esteri, al ministero del Lavoro e all’Enac, di avviare controlli sui piloti in cassa integrazione dopo l’arrivo di denunce su un ”numero considerevole” di piloti di aerei civili percettori del trattamento di integrazione salariale e ”contemporaneamente rioccupati in attivita’ lavorative all’estero”. La lettera e’ datata 13 marzo 2012.
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