La riforma Fornero della previdenza e’ di nuovo sotto attacco: la commissione affari sociali della Camera ha approvato un emendamento al decreto sanita’ che consente ai dipendenti del servizio sanitario nazionale di andare in pensione fino al 2014 con le regole precedenti a quelle della riforma Fornero. Il ministro del Welfare esprime pero’ tutta la sua contrarieta’. ”Il governo ha gia’ detto che e’ contrario e io lo ribadisco – ha detto – Non ci sono fratelli maggiori e fratelli minori. Questa riforma pensionistica vale per tutti’. Fornero ricorda pero’ che l’impegno del governo e’ ‘a cercare soluzioni’ ma per le ‘persone che possono rischiare di trovarsi nel 2013 e 2014 senza reddito e senza lavoro’, cioe’ gli esodati.
La deroga per l’intero settore sarebbe di due anni rispetto agli altri lavoratori, dato che la riforma prevede il pensionamento con le vecchie regole per chi raggiunge i requisiti entro il 2011 (ai quali si aggiunge un anno di finestra mobile introdotta dal Governo Berlusconi) L’emendamento che prevede anche un bonus contributivo di 30 mesi riguarderebbe tutto il settore sanitario pubblico (circa 600.000 persone anche se saranno molte meno quelle che dovrebbero raggiungere i requisiti per la pensione di anzinita’ entro il 2013). Di fatto quindi si riaprirebbe la possibilita’ di utilizzare le quote per l’accesso alla pensione di anzianita’ (requisiti da raggiungere entro il 2013 ai quali si aggiunge un anno di finestra mobile), quote abolite dalla riforma Fornero. L’emendamento non solo prevede la salvaguardia dalle nuove regole per due anni per un intero settore ma prevede anche che l’azienda sanitaria ‘ove conceda il collocamento a riposo’ con questo beneficio sia ‘obbligata a rendere non disponibile un posto di corrispondente livello nella dotazione organica per un periodo minimo di tre anni’. Creando quindi possibili difficolta’ nell’erogazione dei servizi.
Intanto e’ stata rinviata a martedi’ la riunione del ministro Fornero con la Commissione lavoro sulla questione esodati. E’ probabile che il fondo ad hoc di 100 milioni previsto dalla legge di stabilita’ per gli esodati possa essere incrementato grazie a quella parte delle risorse gia’ stanziate per i lavoratori cosiddetti salvaguardati (nove miliardi di euro) che potrebbero risultare in eccesso rispetto alle 120.000 unita’ considerate finora. Altre risorse potrebbero arrivare da quelle stanziate per il pensionamento anticipato di coloro che hanno fatto lavori usuranti, utilizzate solo in piccola parte dato che la grande maggioranza delle domande viene respinta per mancanza di requisiti. Il dialogo potrebbe essere pero’ complicato dal fatto che dalla Ragioneria sembra non esserci la disponibilita’ a valutare favorevolmente l’ipotesi di un fondo ad hoc per gli esodati.
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