8 chili persi in 18 giorni. Niente cibi solidi. Due succhi di frutta al giorno, caffè, cappuccino, e “bibitone” di proteine, per non distruggere la fibra muscolare. Stop. Aldo Di Biagio, deputato di Futuro e Libertà, eletto dagli italiani residenti in Europa, sta portando avanti il suo sciopero della fame per attirare l’attenzione non si di sé, come ci tiene a precisare a colloquio con ItaliaChiamaItalia, ma sul problema della corruzione in Italia.
Ha ricevuto la solidarietà da parte del presidente del Consiglio Mario Monti, del ministro Cancellieri: ma a lui interessa di più la vicinanza che “migliaia di persone” gli hanno dimostrato in questi giorni. Attraverso email, telefonate, social network. Lui non vuole fare l’eroe: “voglio solo dimostrare che c’è ancora qualcuno che fa politica per passione e non per tornaconto personale, che esiste ancora chi ha il coraggio di metterci la propria faccia quando si tratta di battaglie importanti”. E cercare di contrastare la corruzione, che in Italia dilaga, è senza dubbio una battaglia molto valida. “Ci tengo a salvare il buonsenso – aggiunge il deputato -, non mi interessano gli aspetti partigiani, gli slogan politici. Faccio questo perché credo sia giusto farlo”. Anche perché, sottolinea, “anche il mondo dell’emigrazione paga certamente le conseguenze di una corruzione sempre più diffusa”. Certo, senza quattrini che si perdono fra mille rivoli, anche per quanto riguarda gli italiani all’estero si potrebbe spendere meglio le risorse.
Di Biagio è tranquillo: “Vado avanti per la mia strada, i colleghi mi chiedono di fare una ‘staffetta’, vorrebbero darmi il cambio per quanto riguarda il digiuno, ma io insisto: ci credo e porterò la mia battaglia fino in fondo”.
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