Violenza sessuale su un minore, produzione e detenzione di materiale pedo-pornografico, stalking per aver tempestato di sms la sua giovane vittima. Sono le accuse per cui e’ stato fermato dalla polizia di Milano un medico pediatra di 54 anni, gia’ condannato in via definitiva a 8 mesi nel 2006 per un reato analogo e per il quale il gip Paolo Guidi ha disposto la custodia cautelare in carcere.
L’uomo e’ nato e vive nell’hinterland di Milano ma lavora in una clinica nel centro del capoluogo lombardo dove, secondo le indagini avviate a marzo dagli agenti del commissariato Lorenteggio e della Squadra mobile, avrebbe abusato di un paziente di 12 anni che aveva in cura da quando il bambino aveva 4 anni.
Nell’ordinanza il gip spiega che le violenze sarebbero avvenute dal 2006 al 20 marzo 2014 e che la "presenza costante" del 54enne nelle giornate del bambino ha indotto quest’ultimo a manifestare anche "intenti suicidari". I genitori hanno raccontato alla polizia di essersi rivolti a lui su consiglio di un amico nel tentativo di aiutare il figlio a superare un problema di apprendimento.
Sembrava tutto normale, almeno fino a qualche mese fa, quando la coppia ha iniziato a notare un cambiamento nei comportamenti del bambino. In un primo momento hanno chiesto aiuto ai suoi insegnanti, temendo che si trattasse di questioni legate ai compagni di classe, ma quando hanno scoperto gli sms nel suo cellulare hanno capito che il malessere era provocato dal medico, che pare organizzasse le presunte sedute anche in centri commerciali. Cosi’, a fine marzo hanno presentato una denuncia alla polizia: le intercettazioni e le audizioni protette hanno confermato i sospetti.
Nel corso della perquisizione dell’abitazione del professionista (dove vive da scapolo) gli investigatori hanno trovato moltissimi files pedo-pornografici sul pc e una decina di foto stampate nascoste in camera da letto, sotto un cuscino e tra bambolotti. Parte di quel materiale, comprese le violenze sul bambino, sarebbe stato prodotto dal medico, che si teme possa aver abusato di altri ragazzini.
"Ho ritenuto di assecondare le richieste del bambino, affinche’ lui si sfogasse in maniera catartica", si e’ difeso durante l’interrogatorio col gip Guidi, che ha convalidato la richiesta del procuratore aggiunto Pietro Forno e del pm Cristian Barilli. Nell’ordinanza e’ spiegato che gli insegnanti della scuola frequentata dal bambino si sono insospettiti del comportamento del medico perche’, quando gli hanno fatto notare che il piccolo manifestava intenti suicidari, lui ha fornito risposte "banali".
Non solo. Sempre secondo gli insegnanti, il pediatra quando parlava degli altri suoi pazienti usava nomignoli come "lenticchia, cioccolatino, cherubino". Il 54enne deve inoltre rispondere di esercizio abusivo della professione per essersi offerto ai genitori del paziente in qualita’ di psico-terapeuta pur non avendo tale specializzazione.
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