"Purtroppo sta accadendo l’opposto di quanto chiesto da Silvio Berlusconi. Invece di occuparci dei nostri elettori, dei problemi delle famiglie e delle imprese ci azzuffiamo con insulti personali inaccettabili". Lo afferma in una intervista al Messaggero Paolo Romani che si dice "sconcertato" per la raffica di accuse e contro-accuse che stanno lacerando il Pdl. Ed in vista del Consiglio nazionale di sabato prossimo afferma: "Il confronto è utile, ma si è superato ogni limite. Noi dobbiamo fare delle scelte e alla riunione di sabato dovremo arrivare in tutt’altro clima. Non è possibile che si proceda a veri e propri linciaggi".
Sulla dichiarazione di Alfano secondo cui il governo dovrà andare avanti anche in caso di decadenza di Berlusconi, l’ex ministro commenta: "Alfano ha svolto un ragionamento politico sul quale saremo chiamati a discutere al Consiglio Nazionale. Non mi sembra sia stato così netto, ma ciò che è inaccettabile è che si proceda ad un fuoco di fila molto sgradevole nei toni", "Berlusconi ha posto un quesito sul quale siamo chiamati a riflettere. Personalmente penso sia molto difficile rimanere alleati con un partito che vota per la decadenza da senatore del leader del partito con il quale è alleato. Non solo, ma stravolgendo la norma e la consuetudine, ha anche negato il voto segreto. Penso però che questa scelta o altre, debbono avvenire al Consiglio nazionale e non devono essere frutto di una parte che vince su un’altra che perde". E ha quindi aggiunto: "Ho avvertito Berlusconi dal rischio che i documenti presentati dai lealisti e dai filogovernativi diventino di parte. Noi stiamo con Berlusconi e con lui prenderemo sabato la decisione più opportuna. Ma insieme", "giudico inaccettabile continuare in una guerra interna mentre gli italiani sono alle prese con ben altri problemi. E’ sbagliato dividersi e attaccarsi una parte contro l’altra e non seguire Berlusconi che pochi giorni fa ha invitato tutti a smetterla".
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