Matteo Renzi, dal palco della Festa del Pd a Genova, rivolge un appello al governo: "qualsiasi riforma fate, fatela durare, perchè bisogna dare tregua ai contribuenti nella legislazione". Dunque il sindaco di Firenze chiede all’esecutivo guidato da Enrico Letta di dare tempo agli italiani di abituarsi alle riforme fiscali: "Se ti fanno un qualsiasi controllo fiscale e’ chiaro che ti beccano, nemmeno con quattro lauree ad Harvard" riesci a stare dietro alla normativa fiscale: “ci vuole un po’ di tregua fiscale".
Intervistato dal direttore del Tg di La7, Enrico Mentana, Renzi afferma che il governo è "basato su un’alleanza parecchio di necessità, parecchio". E poi, a proposito di riforme istituzionali, aggiunge: “Io sono per l’abolizione del Senato, quindi sono un po’ tranchant in partenza, nel senso che ritengo che il ping pong tra Camera e Senato andava bene ai tempi della Costituente, ma che oggi sia superato. Oggi bisognerebbe fare le cose piu’ veloci. Immagino che risparmiare 315 indennità senatoriali non cambia la vita del Paese, ma sia un segnale". "Detto questo, finchè il Senato c’è, non credo sia un errore che, nel momento in cui si accetta l’idea dei senatori a vita, ci siano personalità che vengono indicate a tutti come figure di eccellenza, significative. L’Italia è fiera di Piano, Cattaneo, Abbado e Rubbia. Il presidente della Repubblica che nomina Renzo Piano senatore a vita non mi sconvolge".
Parlando di politica, il leader dei rottamatori sottolinea: “noi del Pd dobbiamo prendere il voto dei delusi del centrodestra, dei 5 stelle, ma anche quello dei delusi dello stesso Pd". "Nel Pd che faremo non c’e’ Roma che dàla linea, ma i territori saranno al centro, da qui verranno decisioni e a Roma ci saranno più amministratori che funzionari in carriera. Occorre un partito capace di fare cose concrete" perchè "quando la politica sta in mezzo la gente vince, mentre quando sta chiusa nelle stanze, anche del partito, diventa burocrazia". "Se c’era una corrente dei renziani avrebbe chiesto spazio" dopo la sconfitta alle ultime primarie del Pd e invece "non e’ cosi’, non perche’ sono un ingenuo, ma perche’ non serve a niente. La corrente che funziona e’ quella che ha delle idee". "A Bersani voglio dire che quando il 2 dicembre ho perso le primarie ho detto ‘ha vinto Bersani, onore a lui’, e non ho chiesto nulla. Voglio un paese diverso e per far questo non ho bisogno di una corrente ma di un’idea".
Non poteva mancare un ragionamento sulla vicenda di Silvio Berlusconi: “Non e’ possibile che ogni giorno ci sia un referendum su Berlusconi, il Pd deve parlare di altro. Possiamo non parlare di decadenza del Cavaliere ma dei nostri figli? La politica e’ una cosa bella e il Congresso serve anche per scrivere una pagina di speranza, mettere la parola fine alle chiacchiere e trovare le soluzioni per i prossimi anni". "Un garantista non considera Berlusconi colpevole alla prima o alla seconda sentenza. Ma quando, in uno Stato di diritto un cittadino viene condannato in via definitiva, se tu contesti questo fatto contesti le istituzioni. Il problema e’ semplice: la vicenda e’ quella, chiara, di una condanna passato in giudicato".
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