Le agenzie di stampa ammettono quel che i militanti del centrodestra non si sarebbero mai voluti sentir dire. Il ritorno all’Ici – o altra tassa sulla prima casa – e l’aumento dell’Iva addirittura al 25%, sono misure degne di un governo illegittimo. Con nessun cittadino questi professori dovranno avere a che fare, nessuno li ha votati e di conseguenza a nessuno devono dar conto del proprio operato. Un Parlamento appecorinato all’Europa, poi, è quanto di più assurdo potesse capitarci. In molti si sarebbero accontentati di Bersani e Vendola al Governo, ma con almeno la legittimazione popolare in tasca, a garanzia della trasparenza del mandato come fu nel 2008 con Berlusconi. Ma così, no.
Diminuire il livello di spesa con i contanti addirittura a 300 euro, poi, ipotesi in questo momento al vaglio degli addetti ai lavori, è l’esatta aspettativa di chi come me considera questo un Governo delle banche fin dal primo momento in cui fu fatto il nome di Mario Monti alla guida di un Governo abusivo, perché tale è. Costringere comuni cittadini a dotarsi di carta di credito per poter andare a cena o per aggiornare il guardaroba, piuttosto che per cambiare un pezzo al motore della propria autovettura, è quanto di più patetico potessi sentire. D’altronde, cosa ci si sarebbe potuto mai aspettare dal Governo delle banche? Istituire una carta di credito ha il suo costo, come anche le operazioni bancarie relative ad ognuno dei pagamenti che supererebbe i 300 euro, e gli unici ad arricchirsi sarebbero sempre loro: i banchieri autorevolmente rappresentati in questo Esecutivo di tecnocrati, abusivo e illegittimo.
Berlusconi, dal canto suo, accetta tutto questo pur sapendo di aver sbagliato su tutta la linea, pur sapendo di essere indietro rispetto alle tante promesse che avrebbe dovuto mantenere e non ha mantenuto. Sì alla patrimoniale almeno sopra i 250mila euro e dismissione dei beni pubblici, diminuzione del numero dei parlamentari o abolizione almeno per il 50% delle loro indennità, liberalizzazioni e abolizione di alcuni (se non tutti) ordini professionali per favorire l’accesso alla professione. Questi sarebbero segnali forti e immediati, specie da parte di quella politica sempre più sorda ai richiami di cittadini onesti che si trovano adesso governati da un Governo di cui non conoscono neppure i ministri, perché non specchio di un voto popolare come è stato – nel bene e nel male – con l’ex Governo del Cavaliere.
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