Giorgio Napolitano blinda il governo di Enrico Letta e ricorda alle forze politiche che ogni ipotesi dopo la caduta dell’esecutivo e’ velleitaria perche’ toccherebbe a lui decidere il da farsi, come prevede la Costituzione. E sulle sue decisioni, gia’ fatte intravvedere come assai traumatiche nel discorso di insediamento al momento del reincarico, non scioglie la riserva: non e’ dato sapere se si tratterebbe di voto anticipato, di sue dimissioni o di entrambe le cose. Di certo sarebbe un segnale chiaro al Paese e un rischio di discredito tale per i partiti, che pochi al momento possono sopportare. E non e’ un caso che a poche ore dalle parole del Capo dello Stato rientri quasi completamente la fibrillazione che aveva agitato il Pd sul caso Shalabayeva fino a far temere una crisi di governo.
I democrats venerdì voteranno contro la sfiducia ad Angelino Alfano e anche la maggior parte dei senatori renziani non azzarda lo strappo. Troppo forte e’ il timore di vedere addossata al sindaco di Firenze la ‘colpa’ di un’eventuale caduta del governo. Dunque la moral suasion di Napolitano, culminata nel discorso di oggi durante la tradizionale cerimonia del ventaglio, sembra aver sortito i suoi effetti. Da giorni il Presidente osservava con crescente preoccupazione l’agitazione, a tratti l’impazzimento, del campo politico. Napolitano quindi ha innanzitutto voluto ricordare che l’urgenza del Paese tutto, e dunque anche e sommamente delle istituzioni e della politica, e’ l’uscita dalla crisi economica. Uscita di cui, nonostante le analisi di Standard & Poor’s, dal bollettino di Bankitalia si cominciano a vedere i primi timidi segnali nei conti pubblici Ma l’economia reale e’ in una morsa e servono azioni concrete, insieme a quelle riforme a lungo caldeggiate. Dunque un’azione di governo non interrotta bruscamente e’ "indispensabile". Mentre in caso di crisi dell’esecutivo "i contraccolpi a nostro danno, nelle relazioni internazionali e nei mercati finanziari, si vedrebbero subito e potrebbero risultare irrecuperabili".
Napolitano manda quindi due messaggi assai chiari alle due principali forze di maggioranza. Da un lato al Pdl. "Si sgombri il terreno – sollecita il presidente – da sovrapposizioni improprie, come quella tra vicende giudiziarie dell’onorevole Berlusconi e prospettive di vita dell’attuale governo. Dovrebbe riconoscersi che e’ interesse comune affidarsi con rispetto – senza pressioni ne’ in un senso ne’ nell’altro – alle decisioni della Corte di Cassazione, e affidarsi correttamente – chi ha da difendersi – all’esercizio dei diritti e delle ragioni della difesa". E il secondo messaggio va al Pd, che sta soffrendo in queste ore le tensioni sul caso kazako. Certo la vicenda e’ "inaudita", ma il governo ha operato nella giusta direzione. Ma a chi, come ieri Matteo Renzi insieme a mezzo Pd, chiede che Letta e Alfano si assumano la responsabilita’ politica della questione, in base al principio della responsabilita’ oggettiva, il Capo dello Stato, sollecitato anche dal discorso della presidente dell’Asp Alessandra Sardoni, fa presente che "anche per dei ministri (ma non solo per loro), e’ assai delicato e azzardato evocare responsabilita’ ‘oggettive’, ovvero (per usare la sua espressione) ‘consustanziali alla carica che si ricopre’". Un modo per spiegare che la gestione del governo, pur di fronte a una vicenda dai tratti inquietanti, e’ stata improntata a giuste scelte, sia nella ricerca dei responsabili che nella volonta’ di trasparenza. Un viatico, di certo, questo per il discorso che Enrico Letta sta limando per domattina al Senato e con il quale rispondera’ alla mozione di sfiducia ad Alfano. Una mozione che difficilmente passera’. Il governo ha ancora, forte, il sostegno del Capo dello Stato, e ai partiti, almeno oggi, il messaggio e’ arrivato con chiarezza.
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