Marijuana coltivata da cinesi in capannoni industriali in Italia, prima a Prato, poi a Bologna e a Rovigo, e successivamente venduta all’estero, in Irlanda dove veniva spedita per corriere, dopo essere stata confezionata in pacchi sottovuoto per evitare si sentisse l’odore. Il traffico e’ stato scoperto dai carabinieri di Prato, coadiuvati dai colleghi di Bologna e Rovigo e dalla polizia irlandese: 8 gli orientali arrestati, di cui 3 residenti nella citta’ toscana fermati in esecuzione di misura cautelare, altri 5 in flagranza, mentre si occupavano delle manutenzione delle serre. Un altro cinese e’ stato arrestato in Irlanda: aveva 40 kg di stupefacente.
Da quanto emerso, l’attivita’ consentiva di realizzare fino a circa 100 kg al mese di prodotto finito, pronto al consumo. L’operazione, denominata ‘Green economy’, coordinata dalla procura pratese, e’ nata da un maxi sequestro di marijuana effettuato lo scorso anno, quando i militari scoprirono una coltivazione intensiva della pianta in un capannone a Sant’ Ippolito di Galciana, a Prato. Dalla Toscana, proprio in seguito alla scoperta della serra pratese, la produzione sarebbe stata spostata a Bologna, in due capannoni nella zona industriale di Zola Predosa, e in un sito industriale di Rovigo: in questi immobili rinvenute oltre 9mila piante di marijuana, 27 kg di droga pronta per la vendita e 500 lampade al sodio.
Nel corso delle indagini e’ stato poi attivato un canale di cooperazione internazionale ed uno scambio di informazioni con il ‘Police service of Northern Ireland’ il quale, a riscontro dell’attivita’ svolta in Italia, nello scorso gennaio ha sequestrato alla frontiera aeroportuale di Belfast 20 kg di marijuana contenuta in pacchi spediti da Prato con corriere. Da quanto spiegato i trafficanti cinesi spedivano la marijuana in Irlanda perche’ cosi’ si sarebbero assicurati guadagni piu’ alti: il costo al consumatore puo’ arrivare fino a 20 euro al grammo.
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