Di malagiustizia si muore. E si muore anche per il sovraffollamento, le condizioni disumane cui sono costretti i detenuti, di attese di giudizio. Ma anche di silenzi. I radicali hanno scelto il giorno di Natale per tornare a chiedere attenzione al problema delle carceri e dei carcerati e si sono messi in marcia per le vie del centro di Roma chiedendo "amnistia, giustizia e liberta’".
Un corteo di protesta che ha visto la partecipazione dei leader storici dei Radicali, Marco Pannella e Emma Bonino, ma anche tanti di parlamentari di ogni schieramento politico. Nonostante il giorno di festivita’ e l’orario mattutino (alle 9,30 la testa della manifestazione e’ partita da Piazza Pia), il centro di Roma ha visto oltre un migliaio di persone partecipare convintamente alla marcia. C’era anche il sindaco Ignazio Marino che ha chiesto via tweet "la mobilitazione di tutti, anche a Natale". Appello raccolto anche da semplici cittadini che man mano che il corteo si snodava per il centro (toccati anche il ministero della Giustizia, il carcere di Regina Coeli, Camera, Senato e Palazzo Chigi) si sono uniti ai manifestanti.
Tema piu’ volte richiamato con urgenza e commozione dal Capo dello Stato, quello delle carceri continua pero’ essere una "priorita’" solo nelle intenzioni, denunciano i radicali e le associazioni di categoria. Tanto da attaccare il "silenzio cimiteriale" delle istituzioni. Una polemica che pero’ la presidente della Camera, Laura Boldrini,’rigira’ colpevolizzando la scarsa capacita’ comunicativa di Montecitorio. In una lunga lettera inviata alla presidente del Movimento dei Radicali, Boldrini sottolinea infatti come "quello della Camera sullo stato delle carceri italiane" sia un impegno "che fin dal giorno del mio insediamento ho voluto indicare come assolutamente prioritario per rimuovere le condizioni disumane e degradanti in cui sono costretti a vivere migliaia di detenuti". E che molto, pur non sotto le luci della ribalta mediatica, le Camere hanno fatto. Anche in ossequio del richiamo di Giorgio Napolitano che "ormai non e’ piu’ eludibile" costringendo "tutte le istituzioni ad intervenire tempestivamente ed energicamente su una situazione che ci pone di fatto fuori dalle prescrizioni costituzionali e in aperta violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo".
Un monito che raccoglie anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano dicendo che, si’, "occorre avere la certezza della pena, ma anche la certezza dei diritti". Plaude, intanto, alla marcia dei radicali anche il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Maria Ferri, che riconosce nell’iniziativa "un importante stimolo per la politica. L’Europa – spiega – aspetta risposte forti. Una sfida che l’Italia deve vincere per partire con il piede giusto nel semestre europeo". Anche perche’, aggiunge, "non va dimenticato il rischio concreto che l’Italia sia condannata a risarcire danni per migliaia di euro che graveranno sul bilancio del nostro paese". Ma che qualcosa si stia muovendo lo dimostrerebbero alcuni numeri in mano all’amministrazione penitenziaria. Oggi, dice il direttore del Dap Giovanni Tamburino, c’e’ "da festeggiare" perche’ "corriamo verso le 62 mila presenze nelle carceri italiane; l’anno scorso erano 65 mila. Un calo da salutare con soddisfazione". In occasione del pranzo di Natale organizzato oggi dalla Comunita’ di Sant’Egidio nel carcere di Regina Coeli a Roma, Tamburino ha ricordato "il decreto approvato giorni fa che ha aumentato le possibilita’ di liberazione anticipata, al quale abbiamo lavorato".
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