Non aver paura di metter limiti e divieti, usare filtri per Internet, regalare giochi in cui si fa sport, si usa il corpo e ci si puo’ divertire insieme: in vista del doni di Natale e del maggiore tempo libero che i ragazzini avranno a disposizione per giocare e stare connessi, sono questi i consigli ai genitori di Federico Tonioni, psichiatra e direttore dell’Ambulatorio per la dipendenza da Internet attivo da quattro anni all’Ospedale Gemelli di Roma.
Secondo Tonioni, che e’ anche ricercatore all’Universita’ La Sapienza di Roma, su 600 pazienti l’80% sono adolescenti-nativi digitali dipendenti dal ‘gaming online’ e dai social network. Mentre il restante 20% e’ costituito da adulti che hanno sviluppato una dipendenza dal gioco d’azzardo e dalle chat. E mentre su questi ultimi si "lavora sulla dipendenza in termini di ore di connessione" sui giovani e’ preponderante l’elemento del "ritiro sociale, non vanno a scuola, in palestra, non si muovono piu’ per stare davanti ad un monitor". "Non bisogna avere paura di mettere dei limiti ai ragazzi sull’uso di Internet e dei videogiochi – spiega l’esperto – perche’ i limiti, a qualsiasi eta’, veicolano la nostra presenza di genitori adulti. E hanno la grande fortuna di creare conflitti, che e’ il canale comunicativo piu’ autentico tra generazioni diverse".
Per il professor Tonioni, inoltre, bisogna regalare videogames "in cui si fa sport e si gioca insieme. Consentono di usare il corpo e di fare attivita’ fisica che non ‘dissocia’", ma mantiene un contatto con la realta’ pure in una situazione virtuale, in cui si interagisce con un proprio avatar. Inoltre, per il ricercatore, su Internet e la tecnologia di casa va usato il ‘parental control’ e dei filtri che proteggono i minori durante la navigazione in Rete: "In Italia se ne usano meno rispetto ad altri paesi" e "non bisogna accedere al web prima di dieci anni, perche’ c’e’ di tutto".
Il professor Tonioni, pero’, mette in guardia dal "demonizzare i nativi digitali". "Internet – spiega – e’ una realta’ parallela che abbiamo inventato noi e ci ha reso tutti piu’ compulsivi. I bambini hanno attrazione alle applicazioni digitali, perche’ vedono che noi ci teniamo tanto al telefonino. Bisogna educare i ragazzi ad "alternare gli sguardi sui monitor agli sguardi dal vivo", con noi e con il mondo intorno, perche’ il "touchscreen e’ una piccola magia che li seduce e provoca il fenomeno del ‘ritiro sociale’". "Quando i ragazzi giocano alla console e non li vediamo ne’ li sentiamo, vuol dire che ce li siamo scordati – conclude Tonioni -. Non bisogna sostituire la nostra presenza con i dispositivi tecnologici, ma integrarla. E quando un ragazzino ci mostra cosa sta facendo su Internet o con un videogioco dobbiamo interagire", creare un rapporto empatico "un rispecchiamento emotivo".
Discussione su questo articolo