Una ‘paghetta’ mensile da circa 5 mila euro a testa per Renzo ‘il Trota’ e per Riccardo, che fino a poco tempo fa correva nei gran premi. Per questo cospicuo ‘mantenimento’ coi soldi del partito, che forse durava almeno da 4 anni, i due figli di Umberto Bossi sono da oggi formalmente indagati. L’accusa e’ appropriazione indebita del denaro del Carroccio, che sarebbe stato utilizzato poi anche per le loro spese ‘extra’, dalle multe al noleggio di auto, come documentato dalle carte saltate fuori dalla famosa cartella ‘The Family’.
Gli investigatori del nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano hanno cercato oggi l’ormai ex consigliere regionale lombardo per notificargli l’informazione di garanzia della Procura milanese, ma non l’hanno trovato, perche’ ‘il Trota’, da quanto si e’ saputo, e’ in vacanza in Marocco. Riccardo, invece, per ricevere l’atto sembra si sia presentato direttamente nel pomeriggio in via Bellerio, dove il padre gia’ in mattinata aveva ricevuto la ‘visita’ della Gdf.
Pare, stando ai riscontri trovati dagli inquirenti (testimonianze e documenti), che il leader della Lega fosse a conoscenza di quel ‘vitalizio’ mensile a spese del Carroccio per i due figli piu’ grandi, che potrebbe essere stato corrisposto dal 2008 al 2011, sfiorando un totale di circa 500 mila euro.
‘Ne ho parlato con papa”, scriveva Riccardo in una lettera indirizzata all’allora tesoriere Francesco Belsito, indagato per appropriazione indebita in concorso con i due giovani, perche’ sarebbe stato lui, gestendo le casse, a ‘foraggiarli’. In quella missiva, spuntata sempre dalla cartella ‘The Family’, il figlio maggiore metteva al corrente l’amministratore di aver gia’ informato ‘papa” delle sue spese che andavano saldate, tra cui anche quelle legali per alcune cause. Poi faceva l’elenco dei conti da pagare coi soldi del partito. Un’altra lettera era gia’ uscita fuori nei giorni scorsi. Riccardo in quel caso – era il 31 gennaio 2011 – esordiva con un ‘caro Francesco’, poi si arrivava alla lista delle spese con richieste esplicite di pagamenti che andavano dal noleggio di un’auto ‘fino a febbraio 2011’ per un totale di ‘12.625 euro’ fino a ‘saldare lavoro di carrozzeria’ per una macchina ferma dal meccanico. Dalle indagini, coordinate dall’aggiunto Robledo e dai pm Pellicano e Filippini, sono emersi anche tutta una serie di elementi sulle spese di Renzo, conosciuto ormai anche in Albania per una presunta laurea presa all’Universita’ ‘Kristal’ (gli inquirenti non hanno al momento trovato riscontri su pagamenti relativi a quel diploma). Coi soldi del Carroccio, infatti, sarebbero state pagate le tante multe ‘collezionate’ dal ‘Trota’ con la sua Audi A6, sempre comprata con denaro della Lega, e poi il suo ex autista, Alessandro Marmello, ha messo a verbale che gli consegnava contanti, fino a mille euro a volta, a seconda delle sue necessita’ quotidiane.
La mole di documenti sequestrata a Belsito e le intercettazioni hanno messo in luce anche versamenti che riguardavano spese di altri familiari: si puo’ citare la fattura per la rinoplastica di Sirio, un altro dei figli di Bossi, come le centinaia di migliaia di euro per la scuola Bosina, fondata da Manuela Marrone. Proprio la posizione della moglie del Senatur e’ al vaglio degli inquirenti, assieme a quella della vicepresidente del Senato, Rosi Mauro. Nelle intercettazioni la responsabile amministrativa Nadia Dagrada e Belsito parlano, tra le altre cose, di ‘un mutuo da un milione e mezzo di euro fatto con la Pontidafin (societa’ finanziaria della Lega Nord, ndr) per la scuola Bosina e 200-300 mila euro dati ogni anno al Sinpa (il sindacato padano fondato dalla Mauro, ndr)’. Gli investigatori dovranno valutare se i soldi versati alla scuola possano o meno rientrare in qualche modo nell’ambito di attivita’ legate al partito. Per quelli finiti al Sinpa, invece, c’e’ da capire se coi fondi del Carroccio siano state davvero finanziate iniziative o i soldi non siano finiti nelle tasche di qualcuno. Dalle prime analisi una parte sarebbe stata ‘girata’ ad alcune societa’.
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