In una intervista al Messaggero il consigliere politico di Silvio Berlusconi, Giovanni Toti, pone le condizioni per confermare la disponibilità di Forza Italia a votare la riforma del lavoro: "La nostra posizione è cristallina: se il testo resta quello che Renzi ha inviato alle Camere, è un’ottima base di discussione e contribuiremo a sostenerlo. Se il capo dell’esecutivo invece scegliesse di accettare una mediazione al ribasso, per tenere assieme le numerose anime del suo partito, che si moltiplicano a ritmo oramai quotidiano, ci troveremo costretti a dire di no".
Per Toti "l’unità del centrosinistra non può essere pagata dal Paese che ha un profondo bisogno di risposte", "se tutto si riduce a conservare l’attuale articolo 18, la riforma rischia di ridursi alla classica montagna che partorisce il topolino. Il punto, in un quadro complessivo, ovviamente non può essere soltanto l’articolo 18. Ma modificarlo è un segnale che si dà ai mercati".
Se si riproponesse l’asse Pd-Fi sulla riforma del lavoro si aprirebbe una crisi di governo, come suggerisce Brunetta? "E’ Renzi che deve valutare la tenuta del suo governo e la sua efficacia politica. Non è una riflessione che spetta all’opposizione".
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