"Credo che il 2014 sarà ancora un anno di grande sofferenza" e "la dinamica dell’occupazione continuerà ad essere ancora molto, molto pensante". A dirlo è il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, che durante la sua audizione alla commissione Lavoro della Camera sottolinea come l’andamento del mercato del lavoro nell’anno in corso, indipendentemente dalla performance del Pil, sarà "ancora la coda della crisi", "avremo una sorta di terra di mezzo tra effetti della crisi e le dinamiche di ripartenza di alcuni segmenti", come ad esempio "la metalmeccanica".
Poletti ribadisce inoltre come "la scelta per l’aumento di 80 euro in busta paga resta quella annunciata da Renzi, ovvero un intervento sull’Irpef e sulle detrazioni da lavoro dipendente". Niente ‘bonus’ in busta paga, quindi ("sono solo ricostruzioni giornalistiche"). Naturalmente, "se non ci sarà un rilancio economico le politiche sociali e del lavoro ne soffriranno in maniera del tutto evidente", sottolinea Poletti ricordando come le misure già varate in Cdm sul mercato del lavoro vanno nella direzione di far sì che "nessuna impresa abbia alcuna argomentazione per dire che non fa quello che dovrebbe fare sul fronte degli investimenti, perché limitata da incertezze, dubbi o difficoltà interpretative".
"Siamo profondamente convinti che nessun cittadino italiano debba rimanere a casa senza niente da fare in attesa che arrivi un lavoro" ma certo questo "non vuol dire che noi immaginiamo un posto di lavoro per tutti, avere qualcosa da fare vuol dire avere un obiettivo, fare qualcosa che ti permette di affrontare la giornata". E "quando un cittadino viene aiutato dalla collettività, quel cittadino deve sentirsi nella necessità di restituire alla società una parte di quanto ha avuto". Ma nessun Lsu, secondo il ministro, questo "è esattamente l’opposto dei lavori socialmente utili": "un conto è dire a un cittadino ‘vieni in Comune a lavorare due ore’, e già si sente un po’ dipendente pubblico, un conto è dire ‘vieni a sminestrare un po’ di minestra alla Caritas’.
Il ministro del Lavoro ribadisce inoltre che la cassa integrazione ordinaria e quella straordinaria non scompariranno ("è fuori discussione"), mentre "andrà a esaurimento quella in deroga che verrà sostituita dalla nuova Aspi". Tuttavia, ricorda Poletti, "nell’arco di quest’anno abbiamo un problema perché manca all’incirca un miliardo di copertura per la cassa integrazione in deroga". Si tratta di "un problema che abbiamo presente e che è già stato posto all’attenzione del governo", assicura Poletti, che avverte: "Senza coperture rischiamo di avere dei problemi sociali". E a proposito della Garanzia Giovani, il ministro la definisce come "una sorta di ‘nave scuola’, facciamo una prima sperimentazione di passare verso le politiche attive in maniera strutturata". Poletti sottolinea di aver avuto "l’impressione che in questi anni il ministero del Lavoro è diventato il ministero della disoccupazione" e "noi faremo tutto il possibile perché torni ad esser il ministero del Lavoro e della piena occupazione" perché "le imprese dovranno venire non solo quando hanno problema di esuberi". Poletti torna a sottolineare quindi la posizione del governo rispetto al confronto con le parti sociali: "E’ nell’ordine delle cose" così come "sta nelle cose" il fatto che "il governo deve assumersi la responsabilità delle decisioni che va a prendere".
"Questo non vuol dire che si elimina nessuno – aggiunge il ministro – credo che se facciamo ognuno bene la parte che ci compete la spazio c’è per tutti ma la responsabilità della decisione compete a chi quella responsabilità ha". Infine il capitolo "esodati". "Vorremo evitare di arrivare a una sesta misura di salvaguardia", dice Poletti, "vorremo trovare una risposta che stabilizzi questa situazione perché sappiamo che dietro a questa vicenda ci sono sofferenze". "È una cosa molto difficile e complessa – aggiunge – ma ci stiamo lavorando". "Sappiamo che c’è un provvedimento in discussione in Parlamento – conclude – c’è un lavoro di analisi, è un lavoro che stiamo facendo anche noi e stiamo cercando di capire come, coagendo con il Parlamento, arrivare a una risposta strutturale e definita del problema".
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