In attesa di sapere in quale misura la riduzione di dodici miliardi di euro nella dotazione dei ministeri si riverserà sul MAE e come questi ulteriori tagli incideranno sulle politiche per gli italiani all’estero, la conversione dell’ultimo decreto del Governo per il contenimento del debito pubblico due brutte notizie le ha già recapitate.
La prima riguarda il rischio che la rete consolare subisca un’altra dose di “razionalizzazione” nel quadro della revisione della spesa da realizzare con il metodo dello spending review, la seconda la tassazione del 2% sui trasferimenti Italia/estero fatti da soggetti che non hanno la cittadinanza di uno dei paesi europei e una posizione formalmente aperta presso l’INPS.
Per quanto riguarda la revisione della spesa legata all’organizzazione delle strutture della nostra amministrazione, siamo d’accordo naturalmente sull’esigenza di abbandonare la deprecata pratica dei tagli lineari, che hanno prodotto vere devastazioni in settori delicati e importanti, e di aprire una fase di ragionata e selettiva revisione della spesa. L’inclusione della rete consolare tra i settori da “rivisitare”, visto che ci sono tutti gli altri, in linea di principio non comporterebbe alcuno scandalo se si stabilisse in partenza una condizione di parità. Ma, purtroppo, non è così. Sono ormai tre anni che la rete consolare è stata pesantemente “razionalizzata” e sono più di venti le strutture che sono state chiuse e accorpate ad altre sedi. Senza parlare degli Istituti di cultura, delle sedi ENIT, dell’ICE e di altre quisquilie. L’apertura di un altro giro di tagli sarebbe letale. Per questo abbiamo chiesto con un apposito emendamento presentato in commissione (primo firmatario Narducci) di escludere la rete consolare dall’insieme dell’intervento, non per fare parzialità, ma semplicemente perché essa ha già dato oltre il necessario. La maggioranza, manco a dirlo, ha respinto. Poiché su questa revisione di spesa c’è la delega al Governo, dobbiamo tutti continuare a rappresentare la situazione reale, e cioè che quello che si richiede per gli altri rami della pubblica amministrazione, per la rete consolare è già avvenuto.
Per la tassazione del 2%, invece, non si è riflettuto sul fatto che vi sono molti connazionali nati in Italia e che conservano ancora proprietà familiari o qualche forma di reddito, pur avendo perduto per varie ragioni la cittadinanza, che possono essere interessati a godere del legittimo frutto dei loro beni nei luoghi dove vivono. La polpetta avvelenata della Lega lanciata agli immigrati non ancora regolarizzati, è stata buttata nel recinto sbagliato. Anche su questo abbiamo presentato un emendamento (primo firmatario Fedi), purtroppo respinto.
Ormai, le azioni che colpiscono gli italiani all’estero si stanno moltiplicando con la regolarità con cui le onde si arenano sulla spiaggia. Il Paese è in un grave passaggio, ma noi non smetteremo di dire che mantenere viva la rete dei rapporti con le comunità che vivono nel mondo serve all’Italia perché l’aiuta a ritrovare la via dello sviluppo e la proietta oltre le sue attuali difficoltà.
I deputati del PD della Circoscrizione Estero, Bucchino, Farina, Fedi, Garavini, Narducci, Porta
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