Sul quotidiano “la Stampa” un retroscena di Ugo Magri racconta come trascorre le giornate di Silvio Berlusconi e quali potrebbero essere le sue prossime mosse. Intanto Fedele Confalonieri ed Ennio Doris temono contraccolpi negativi sulle aziende del Cavaliere. "L’uomo rimane politicamente inavvicinabile. Asserragliato nel bunker di Arcore tra le zanzare, in seduta permanente con gli avvocati, quando forse due passi nella villa in Sardegna avrebbero fatto bene al suo spirito. Offeso con il Capo dello Stato, che si e’ guardato bene dal dichiararlo vittima dell’ingiustizia. Determinato a riabilitarsi da sè, attraverso un bagno elettorale, se non vi provvederanno di corsa le istituzioni. Dunque sempre decisissimo a sfilarsi dalla maggioranza, dal governo, da tutto, qualora il 9 settembre la Giunta delle elezioni al Senato ne chiedesse la decadenza. Visto il tono pessimo dell’umore, rotto solo da qualche imitazione in accento partenopeo del giudice Esposito che l’ha condannato, figurarsi con quanto scetticismo Berlusconi osservi l’agitazione di queste ore tra le cosiddette ‘colombe’ Pdl. Le quali di colpo si sono rese conto che il loro leader non scherza, anzi fa disperatamente sul serio. Per cui escono allo scoperto nel tentativo di scongiurare un patatrac. Accusano i ‘falchi’ di puntare al martirio giudiziario di Berlusconi, laddove loro viceversa vorrebbero salvarlo. Invocano un passo ulteriore di Napolitano, uno sforzo in piu’ del Quirinale (sebbene gli stessi avvocati del Cavaliere privatamente riconoscano come il Colle nulla puo’ al fine di impedire la decadenza di Berlusconi e la sua ineleggibilita’). Chiedono al Pd di non precipitare l’Italia nel caos della crisi se non dopo averci ben riflettuto per tutto il tempo necessario. La novita’ di queste ore e’ proprio il tentativo di stoppare le lancette dell’orologio, di imporre un ‘time out’ che consenta a tutti di recuperare un briciolo di lucidita’. In prima fila si segnalano la Gelmini e Cicchitto, Donato Bruno e lo stesso Schifani, fin qui sempre collocato a mezza via tra i ‘duri’ e i ‘dialoganti’. L’appiglio e’ quello offerto da alcune voci autorevoli del diritto come Capotosti, che nella legge Severino scorge ‘criticita” censurabili sul piano costituzionale. Secondo il presidente dei senatori Pdl, non sarebbe un’eresia chiedere che si pronunci preventivamente la Corte Costituzionale. E comunque, nessun verdetto su Berlusconi senza prima avere letto perlomeno le motivazioni della condanna, ascoltato il parere del relatore in Giunta, se necessario l’autodifesa dello stesso imputato… Tutto va bene, pur di guadagnare tempo. Cio’ che non risulta ben chiaro al Cavaliere e’ cosa serva posticipare. Se fosse una strada per rimetterlo in gioco, magari tramite un ‘salvacondotto’ presidenziale di cui nessuno vede al momento i presupposti, chiaro che la sinistra non ci starebbe. Lo stesso Berlusconi, con il giusto realismo, ci spera poco o punto. Lupi gli ha riferito al telefono delle sue conversazioni con il premier, a margine del Meeting ciellino a Rimini, senza peraltro convincerlo che un rinvio della Giunta sarebbe risolutivo. Destino segnato per il governo, dunque? Tutto farebbe ritenere di si’. A meno che, un attimo prima dell’irreparabile, Berlusconi non abbia un ripensamento. Magari sollecitato da quanti, come Ennio Doris e Fedele Confalonieri, metteranno sul piatto della bilancia l’interesse delle sue aziende. Che prosperano quando l’Italia va bene, e affondano se qualcuno la trascina nel caos".
Sempre sulla Stampa un’intervista all’ex ministro Giuliano Urbani secondo il quale Berlusconi deve andare ai domiciliari e da li’ sostenere il governo. Solo cosi’, afferma Urbani, il Cavaliere puo’ dare la spinta che serve al Paese. Professor Urbani, Silvio Berlusconi ha appena annunciato su Facebook che non molla: il capo del centrodestra rimane lui. ‘Conoscendolo mi pare una mossa obbligata per molte buone ragioni personali che hanno a che fare anche con le vicende giudiziarie e con gli interessi delle aziende. Detto questo non provo nemmeno per scherzo a dare suggerimenti a Berlusconi. Per il vecchio e saldo rapporto di amicizia che ci unisce dovrei alzare il telefono e darglieli di persona. Posso soltanto dire che cosa farei se fossi al suo posto’. Quindi, pare di capire, e’ una mossa obbligata per Berlusconi ma che lei non condivide. ‘Credo che oggi ci si trovi davanti a una grandissima opportunita’, a un’occasione unica per ribaltare tutto e ricominciare da capo, perche’ e’ evidente che cosi’ non si va da nessuna parte. Berlusconi dovrebbe trovare la forza di guardare oltre i suoi guai, anche perche’ sono infiniti, da Ruby a tutto il resto: non e’ che con la sentenza sull’evasione fiscale si chiude la partita’. Insomma, che dovrebbe fare? ‘Tornare agli ideali del ’94’. Ancora? ‘Sicuro. Sono attuali anche perche’ non li abbiamo mai realizzati. Bisognerebbe occuparsi in particolare del debito che in vent’anni abbiamo aggravato, noi del centrodestra e i nostri avversari del centrosinistra. E sarebbe necessario mettere mano seriamente alle liberalizzazioni per sprigionare risorse e vivacizzare il mercato. Oggi la pressione fiscale e’ al 54 per cento: a quote del genere siamo piu’ o meno liberi?’. Professore, e’ il ritratto del vostro fallimento. ‘Ci abbiamo provato. Io fisicamente ho scritto i programmi del ’94, del ’96 e del 2001. Uno peggiore dell’altro: tre obbrobri. Del resto uno come fa a stendere un programma liberalizzante con la Lega, l’Udc e Alleanza nazionale? Dovevo trattare con Marco Follini, con Bruno Tabacci, ottime persone, per carita’, degli amici, ma non dei baluardi del liberalismo. Infatti a un certo punto mi sono stufato e ho smesso di scrivere questi benedetti programmi’. Oggi perche’ ci si dovrebbe riuscire? ‘Perche’ Berlusconi puo’ essere l’uomo che spariglia tutto, e con una grande mossa rilancia il governo Letta-Alfano su due indicazioni prioritarie: aggredire il debito e liberalizzare il Paese’. Ma professore, Berlusconi deve andare ai domiciliari. ‘E ci vada!’. Ai domiciliari? ‘Ma certo, sarebbe la cosa piu’ saggia’. Ma non lo fara’ mai. Nel senso che ci andra’ perche’ costretto ma fra gli strepiti. ‘Eh… E io che ci posso fare?’. Dovrebbe andare ai domiciliari e poi? ‘Diventare l’alfiere del governo che finalmente cambiera’ il Paese. Dovrebbe dire: quello che mi e’ successo e’ una questione personale ma tale non la voglio fare. Rispetto una sentenza che considero ingiusta, vado in detenzione ma voi intanto continuate a sostenere il governo’. Abbia pazienza, professore: la sua e’ una visione utopistica. ‘Ah, sono assolutamente d’accordo. Non faranno niente di tutto quello che sarebbe giusto fare, ma penso anche che senza utopia non si vada avanti. Io la mia utopia preferisco conservarla. E poi Berlusconi non e’ sempre stato l’uomo delle utopie? La colga’. Questa utopia restera’ soltanto sua, mentre in autunno si scatenera’ la guerra. ‘Non c’e’ il minimo dubbio. Tutti, a cominciare da Berlusconi, si occuperanno di questioni che non affrontano la realta’. Peccato. Io non voglio fare gli auguri a nessuno, ma ne abbiamo tutti un gran bisogno’".
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